SEGRETERIA TEL. 089241388
FAX 0892574357 INDIRIZZO PEC segreteria@pec.ordineforense.salerno.it
WEB MAIL
|
Unione delle Camere Penali italiane.
Lettera aperta al ministro della Giustizia Clemente Mastella: No alla proroga indiscriminata del regime carcerario differenziato.
Onorevole Ministro,
in questi e nei prossimi giorni dovrà valutare se disporre o meno la proroga del regime differenziato dei detenuti soggetti all’articolo 41bis ordinamento penitenziario. L’Unione delle Camere penali Italiane, da sempre attenta ai diritti dei cittadini, è ben consapevole del problema della sicurezza carceraria e di quello della criminalità organizzata. Ritiene tuttavia che giammai il fine possa giustificare i mezzi. Certamente vanno assicurati il controllo e la sicurezza delle nostre carceri: ma cosa c’entrino con questo le modalità vessatorie di detenzione (limitazioni dell’aria; inumanità delle condizioni di restrizione; rarefazione dei contatti con le famiglie etc.) non è chiaro, o lo è fin troppo. Tuttavia, a prescindere dalla nostra opposizione a tale regime detentivo in nome dei principi di civiltà giuridica, v’è qualcosa in più. Le modalità con cui il regime viene applicato sono inaccettabili: i decreti applicativi sono emessi in modo burocratico, con moduli “prestampati”, facendo riferimento a vicende e situazioni che non riguardano quel singolo detenuto, in pratica invertendo l’onere della prova della pericolosità e riversandolo sul detenuto stesso. Tutto questo, Onorevole Ministro, è indegno di uno stato di diritto. Anche “gli ultimi”, coloro che sono accusati dei peggiori delitti (ma spesso ancora non condannati per gli stessi) hanno diritti da far valere. Di fatto, l’applicazione del regime del “41bis” risulta automatica, e sappia che se Le riferiranno diversamente Le riferiranno cose inesatte: i decreti sono prestampati, non aggiornati, non fondati su elementi specifici e non riferibili soggettivamente al singolo detenuto. In pratica, sono una finzione per applicare il regime in questione senza alcun controllo, limite o garanzia. Per tali ragioni, Onorevole Ministro, l’Unione delle Camere Penali Le chiede, in nome dei valori che la Costituzione della Repubblica riconosce a tutti i cittadini e ai quali sappiamo Lei fa riferimento, di non prorogare indiscriminatamente il regime detentivo differenziato. Significative pronunce della Corte costituzionale – ordinanza 417/04 – e dei giudici dei Tribunali di Sorveglianza hanno sempre più spesso significativamente sottolineato l’obbligo di autonomia e congrua motivazione del decreto applicativo in ordine all’attualità del pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica conseguente al permanere di concreti contatti e vincoli con la criminalità organizzata. Tale positivo orientamento giurisprudenziale, peraltro conseguente anche alla evoluzione normativa, è stato ad oggi condizionato e contrastato da scelte di politica giudiziaria prevalentemente orientate a riproporre le ragioni emergenziali valutate in modo assoluto e senza i temperamenti che discendono dai valori del rispetto della persona umana e delle elementari garanzie dello stato di diritto. Occorre altresì prendere atto dei rilievi recentemente mossi dal Comitato Europeo per la prevenzione delle torture e delle pene o trattamenti inumani e degradanti che stigmatizzano le dichiarazioni rese dalle autorità italiane all’ONU circa l’utilità dello strumento del 41bis ai fini dell’ottenimento di condotte di collaborazione con la giustizia da parte dei detenuti: insomma, la vera finalità del regime non è la sicurezza dei cittadini ma il tentativo di indurre i detenuti a “pentirsi”. L’Unione delle Camere Penali da sempre si batte e continuerà a battersi per eliminare l’incivile regime detentivo. Ma a prescindere da questa battaglia, oggi chiede a Lei, Onorevole Ministro, di abbandonare il criterio della proroga indiscriminata e burocratica del regime carcerario differenziato che ha caratterizzato l’attività dei Suoi predecessori. I penalisti italiani attendono perciò da Lei un segnale politico di attenzione per una nuova e diversa tutela dei diritti dei detenuti sottoposti al carcere duro. In attesa di una Sua risposta, La salutiamo rispettosamente. |