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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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ROBERTO CASTELLI (Senatore - ex Ministro della Giustizia)
Sezioni: FOCUS
Data di pubblicazione 03/11/2006
SPONSOR PRIVATI PER LA GIUSTIZIA: «MAI SENTITA UNA PROPOSTA PIU’ STRAMPALATA».

«Aprire agli sponsor privati per far funzionare gli uffici giudiziari? Avanzo una proposta: facciano una bella lotteria, magari anche tra i detenuti. Così chi vince, si guadagna qualche anno di indulto».
In questo modo Roberto Castelli, presidente del gruppo della Lega Nord a Palazzo Madama ed ex Guardasigilli, commenta la proposta, lanciata dalle pagine del Corriere della Sera dal capo del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia Claudio Castelli, di introdurre a livello nazionale delle sponsorizzazioni per evitare il collasso della giustizia.
«Questo Governo sta mandando tutto al disastro, e visto che non sa più che pesci pigliare si affida a soluzioni di improponibili», spiega il senatore leghista. «Che non sappiano governare se ne ha dimostrazione ogni giorno, ma tra tutte le proposte strampalate che hanno presentato, questa è la più sconcertante di tutte. Cosa pensano di fare una sorta di discount nei tribunali, oppure vogliono dare un bonus sulle condanne?».
Sei mesi di sconto della pena, a fronte di un versamento di qualche centinaio di migliaia di euro. Potrebbe andare così?
«A parte gli scherzi, ma questo Esecutivo cosa credeva volesse dire governare un Paese? La questione è che i magistrati hanno ripreso in mano le leve di comando del Ministero. E si muovono come meglio credono e, soprattutto, sganciati dal parere del ministro. Facendo fare a Clemente Mastella la figura di chi non conta nulla».
Per questo la proposta è arrivata da un capo dipartimento?
«Clemente Mastella ha lasciato tutto in mano ai magistrati, i quali non hanno minimamente la cultura dell’organizzazione. I giudici pensano solo che una volta finiti i soldi sia sufficiente chiederne degli altri. Ma le cose non funzionano così».
E soprattutto, i soldi non si trovano dietro l’angolo.
«L’Italia è un Paese difficilissimo da governare, in particolare perché, unico in Occidente, ha un debito di più di 3 milioni di miliardi di euro. Questo significa che le risorse a disposizione sono pochissime e che ogni anno diminuiscono sempre più per cercare di contenere questo mattone che ci troviamo sulla testa. E questo Governo sta dimostrando di non essere in grado di trovare strumenti per andare avanti senza danneggiare i cittadini e le istituzioni».
Il centrosinistra la accusa di essere andato avanti sui debiti. Cosa risponde?
«Che non hanno capito niente. In questa occasione voglio dare una consulenza gratuita al Governo. Le Poste ci aprivano un credito che ci permetteva di pagare le spese. Noi lo rimborsavamo attraverso una voce che tecnicamente si chiama “sotto la linea”, cioè che non compare nell bilancio della Pubblica amministrazione e che, pertanto, non andava ad inficiare quelli che sono i criteri di Maastricht. In questo modo noi potevamo rimborsare il creditore senza peggiorare i saldi che poi vanno a stabilire il deficit, il famoso 3 per cento».
Era l’unica soluzione?
«Era una soluzione che ci permetteva di portare avanti il sistema giustizia, se non in maniera ottimale, almeno in modo decente. Ricordo che tra gli insulti continui della sinistra, ce n’era uno che ripetevano ciclicamente e di cui si era fatto portavoce anche quel Claudio Castelli che oggi propone l’ingresso degli sponsor: bisogna aumentare le risorse, dicevano. Ora che sono al Governo, cosa hanno fatto? Si sono tagliati i “cosiddetti” con il Decreto Bersani, bloccando di fatto la possibilità di ricorrere alle Poste. E come risultato, si sono ritrovati immediatamente senza un soldo. E come si può osservare, sta esplodendo tutto. I procuratori sono in rivolta, i giudici di pace senza stipendio, una mancanza di materiale molto più grave di quando eravamo noi al Governo. Risultato: prima la Giustizia andava avanti, ora è bloccata completamente e per questo fanno uscire trovate come quella degli sponsor».
Chissà come farà un giudice se deve emettere una sentenza contro chi lo sponsorizza!
«Non si sa se ridere o piangere. Non hanno neppure il pudore di pensare a quale figuraccia ci stanno facendo fare a livello internazionale. Il fatto che poi l’idea venga da un magistrato fuori ruolo come Claudio Castelli, la dice lunga».
Su cosa?
«Su un Ministero che è completamente allo sbando. E la cosa mi spiace anche perché in cinque anni ho avuto modo di conoscere a fondo la struttura e di apprezzarne diverse professionalità. Ma il modo in cui questo nuovo staff sta gestendo la giustizia in Italia mi fa dire senza ombra di superbia che io rispetto a loro avrei potuto essere un Premio Nobel».
Il sottosegretario alla Giustizia Luigi Li Gotti (Idv), sostiene che la sua “gestione aziendalistica” è stata un fallimento. Come replica?
«Li Gotti mi fa un po’ pena. Lui è un avvocato che non sa nulla di ministeri e soprattutto di managerialità. Ho avuto modo di vederlo intervenire ad alcuni convegni da dove veniva fatto letteralmente fuggire dagli avvocati penalisti infuriati contro le sue uscite. Li Gotti è un signore che è capitato al Ministero perché ce lo ha messo Antonio Di Pietro, ma che non si era mai occupato di gestione della cosa pubblica, non ha la minima idea di come può funzionare un Ministero».
Dice che è soltanto uno mandato avanti a difendere l’Esecutivo?
«Chi conta davvero avrà detto: qualcuno vada a rispondere a Castelli. E così si è fatto avanti Li Gotti».
Chi salverebbe nella struttura dell’attuale Ministero?
«Credo che oltre alla struttura che ho lasciato, oggi a reggere la baracca ci sia soltanto Luigi Scotti, l’ex presidente del Tribunale di Roma. Per il resto è un macello».
Ma è possibile che non si possa risparmiare nulla. Ad esempio sulla miriade di intercettazioni legali?
«Noi siamo passati da 80 euro al giorno a 20, per utenza intercettata. Abbiamo diminuito di 4 volte il costo unitario delle operazioni eseguite dall’autorità giudiziaria. Poi questo risparmio è stato vanificato dal continuo aumento del numero delle intercettazioni stesse. Ma questo è un altro discorso e la colpa è del Parlamento che non ha mai voluto legiferare in materia. Su questo tema avevo presentato un disegno di legge, approvato dal precedente Consiglio dei ministri, ma mai preso in esame dal Parlamento. Oggi si vuole intervenire su una questione che sembra essere fantasma, perché poco importante, e cioè quella delle intercettazioni illegali. Anche qui avevo presentato degli emendamenti che sono stati nuovamente bocciati. Sembra che nessuno abbia voglia di intervenire sull’argomento».
Come può la politica autonomizzarsi dallo strapotere della magistratura?
«Sicuramente non con questo Governo, né con le leggi che sta mettendo in campo. Mastella ha messo in mano al Consiglio superiore della magistratura il Ministero. E i risultati sono questi: gli sponsor nei Tribunali».
Emergenza Napoli: un pregiudicato è uscito dalla carceri grazie all’indulto e appena fuori ha commesso un omicidio. Il Governo non ha nessuna responsabilità?
«Non so se ci possono essere responsabilità oggettive. Non capisco dal punto di vista morale come questa gente che ha permesso a tanti delinquenti di uscire di prigione possa dormire di notte. Questo è un’altro aspetto che non può che rivalutare la mia opera. Io ho garantito ai cittadini un sistema che funzionava e che garantiva la massima sicurezza possibile. Adesso stanno mandando tutto al disastro, cadendo peraltro nel ridicolo con questa proposta delle sponsorizzazioni per gli uffici dei Tribunali.».

intervista tratta dal quotidiano "la Padania" del 03/11/2006.
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