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DAVIDE GIACALONE
(Editorialista del quotidiano "Libero")
Giustizia e corporativismo
Quando scrivo di come e perché la giustizia italiana è in ginocchio, molti s'adirano. Me ne compiaccio ed insisto. Giovedì prossimo le aziende che forniscono servizi informatici alla giustizia si fermeranno, stufe di lavorare senza essere pagate. Mancano i soldi, si dice, e per commuovere il volgo si raccontano lacrimevoli storie di poveri magistrati costretti a comperare (per pochi euro) le pen drive su cui memorizzare i dati. Oppure di quelli straziati per dovere anticipare i soldi necessari a mettere la benzina nelle auto di servizio. Ah, ci vorrebbe la penna di un Dickens per documentare tanto dolore. La mia è buona si è no a fare il conto della serva, ed il risultato fa piangere, sì, ma di rabbia. La giustizia italiana costa troppo perché funziona malissimo. Impiega dieci anni a far cose per le quali sarebbero abbondanti dieci mesi. Pagate per dieci anni la gente e le strutture e ditemi mai se i conti possono tornare! Negli uffici giudiziari ho incontrato addetti al computer che non avevano il computer, o che lo avevano, ma senza programmi. Pagate anche loro. Dopo averli pagati scoprite che i computer, quelli veri, non li sanno far funzionare, le stampanti si sfasciano perché ci danno le pedate anziché metterci l'inchiostro e, quindi, si passa a pagare anche le manutenzioni esterne. E veniamo alle auto. Proteggere i magistrati che indagano o giudicano organizzazioni sanguinarie è doveroso. Scarrozzare, con scorta, i capi ufficio che corrono l'unico rischio di non trovare un taxi, invece, è uno spreco. Un imprenditore incapace rischia di fallire, un lavoratore di essere licenziato, un magistrato al massimo, se proprio gli dice male, di essere trasferito, così va a far danno altrove. La chiamano “indipendenza” e guai a toccarla. La spesa della giustizia italiana è in gran parte (come per la scuola) spesa per il personale. Abbiamo più magistrati per abitante della media europea, ma la giustizia peggiore. Provate a toccare il portafoglio, la carriera, i privilegi o anche solo le vacanze della corporazione togata e succede un finimondo. E la politica, vera colpevole, s'inginocchia subito. Chi per timore, chi per paura, chi per ignavia. E a me dicono: si deve avere rispetto per la giustizia. Giusto, se mi dite dove si trova, corro a porgere i miei rispetti. Davide Giacalone www. davidegiacalone.it Pubblicato dal quotidiano "Libero" |