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Michelina Grillo (Presidente Oua)
Ministro Bersani: basta con i decreti legge sulle professioni!! L’intervista pubblicata da Repubblica al Ministro Bersani contiene dichiarazioni preoccupanti: si annunciano infatti, senza mezzi termini, l’ulteriore intervento, in Consiglio dei Ministri, e quindi con decretazione di urgenza, in tema di “liberalizzazione degli ordini professionali”e l’ulteriore ricorso al voto di fiducia sulla Legge Finanziaria. Occorre una volta per tutte uscire dagli equivoci: se da parte del Premier e di esponenti di Governo continuano a provenire insulti, anche dall’estero, e dichiarazioni di guerra, non si comprendono i contemporanei appelli alla responsabilità rivolti alle categorie professionali. Obiettivi condivisi, come l’ammodernamento e la competitività dei settori professionali e la lotta all’evasione fiscale, non si perseguono criminalizzando le categorie interessate e negando ogni e qualsiasi forma di costruttivo dialogo, ma tenendo nella giusta considerazione oltre 2 milioni di professionisti, e relativo indotto, che correttamente chiedono di concorrere attivamente al percorso riformatore e sono portatori di idee e di proposte concrete, nel rispetto dei principi e dei valori cardine del sistema costituzionale. L’Avvocatura italiana, che da mesi inutilmente chiede l’apertura di un dialogo fattivo e reale, la costituzione di tavoli per il confronto e l’elaborazione sulle riforme – peraltro da tempo proprio dagli avvocati italiani auspicate – nel proprio Congresso Nazionale dello scorso settembre ha assunto un deliberato di grande responsabilità, rinunciando ad una protesta ad oltranza, pure da molti voluta, e condizionando le ulteriori manifestazioni di protesta alla verifica, demandata ai dirigenti dell’Organismo Unitario, sugli auspicati positivi atteggiamenti del Governo, della maggioranza e delle forze politiche tutte, in accoglimento delle istanze avanzate. La disponibilità ad un confronto serio, pacato, realmente attento alla tutela dei principi costituzionali e dei diritti del cittadino è stata in più occasioni inutilmente rilanciata dall’Oua e dalle altre rappresentanze dell’avvocatura e delle professioni nei giorni che hanno seguito il Congresso. In occasione della Manifestazione delle Professioni dello scorso 12 ottobre si sono anticipate le linee guida di calibrati e realmente utili interventi riformatori del settore professionale, che saranno a breve tradotte in articolati. Tutto ciò, sino ad oggi, è stato inutile: le lettere inviate sono rimaste prive di riscontro e le dichiarazioni di autorevoli esponenti della maggioranza, che hanno dimostrato maggiore sensibilità ed apertura alle ragioni dei professionisti e degli avvocati italiani, sono rimaste soltanto sulla carta. Ai tavoli, pur annunciati e che si dicono imbanditi, nessuno è stato invitato e le porte sono rimaste ostinatamente chiuse. I manicaretti riformatori che il Ministro Bersani dichiara di avere già cucinati “per rimettere in carreggiata questo Paese”, non sono affatto noti, né tantomeno sono stati presentati e assaggiati con le categorie interessate. Ancora una volta la proclamata concertazione non c’è stata. Il Ministro, che non ha, com’è noto, responsabilità diretta in tema di professioni, ha preferito continuare a pranzare da solo, con pochi stretti collaboratori, non invitando al banchetto neppure il Collega Ministro di Giustizia. Nella denunciata situazione si impone un accorato appello al Presidente della Repubblica, quale primo difensore della Carta Costituzionale e garante di tutti i cittadini italiani, e quindi anche dei professionisti, a che intervenga per far cessare questo scempio. Ci domandiamo se le Associazioni dei Consumatori nell’assegnare al Ministro Bersani il “Premio amico del consumatore 2006”, abbiano adeguatamente considerato che la legge Bersani dello scorso luglio, acriticamente appoggiata, e ulteriori annunciati interventi normativi, sono a ben vedere gravemente lesivi dei diritti e delle tutele di quei cittadini che, invece, dovrebbero strenuamente difendere. L’Avvocatura italiana ha sempre combattuto battaglie di libertà e di civiltà, allarmata per le derive in corso, tendenti a mortificare e svilire il diritto di difesa, costituzionalmente tutelato, ed a svuotare di significato la giurisdizione pubblica, funzione cardine dello stato di diritto, anche attraverso sistematiche riduzioni degli stanziamenti, nell’assoluta incapacità di far fronte alle motivate richieste dei competenti organi comunitari. Il tutto con grave danno del cittadino. Ancora oggi non si arrende e insistentemente chiede al Ministro di Giustizia e a tutti coloro, di entrambi gli schieramenti, che si sono sino ad oggi spesi a parole a sostegno delle nobili ragioni che animano la protesta, dichiarando di comprenderle, apprezzarle e condividerle, di assumere con urgenza precise e chiare scelte di campo, schierandosi apertamente a tutela della Giustizia, della giurisdizione e dei diritti, al fianco dell’avvocatura e delle professioni liberali. Chiede loro di impegnarsi a non condividere, neppure con il voto nelle aule parlamentari, financo fosse voto di fiducia, percorsi riformatori e provvedimenti legislativi incostituzionali, accampanti pretese quanto inesistenti ragioni di urgenza e lesivi delle prerogative delle Camere in quanto censori del dibattito in aula, massima realizzazione concreta della democrazia parlamentare, ancor più doveroso quando si verta in tema di valori e principi costituzionalmente tutelati. Michelina Grillo |