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AMERICO MONTERA
(Presidente Ordine Forense di Salerno)
- IL CONGRESSO NAZIONALE VISSUTO DALLA “BASE” - Reduce dal recente congresso nazionale giuridico forense, non posso che ritenermi deluso ed amareggiato dal risultato finale, così come gli altri partecipanti che - come me - s’identificano nella base dell'Avvocatura. Mi sento fiero ed onorato di appartenere a quella folta schiera d’Avvocati che, quotidianamente, si devono confrontare con le difficoltà della professione, dovute non solo alle carenze locali ma anche alle difficoltà che i nostri governanti, a qualsiasi schieramento essi appartengano, da alcuni anni c’impongono. Paradossalmente, credevo che la protesta verso il decreto Bersani potesse costituire un punto di partenza, un trampolino per la Classe al fine di riscattarsi, attraverso una lotta dura, senza frontiere e senza compromessi. Ma non avevo fatto i conti con l'Avvocatura "che conta", che ha mostrato di identificarsi nei vertici della nostra rappresentanza nazionale. Questa assiste, rappresenta e difende gli interessi della grande industria, della grande imprenditoria: ovverosia la fascia che è stata avvantaggiata dal decreto Bersani. Ed in tale prospettiva, come possiamo mai pensare che “quella” Avvocatura, che trae pingui guadagni da queste fasce di clienti, possa mai tutelare noi Avvocati di provincia? In questi ultimi tre mesi abbiamo avuto più ceffoni di quanti non abbiamo mai ricevuti in tutta la nostra storia: un decreto assunto, alla chetichella, da sera a mattina, senza nessuna concertazione e/o intesa (almeno così si è detto...). Abbiamo dovuto “incassare” il diniego a qualsiasi forma di trattativa, il più totale disinteresse verso la nostra agitazione, la mancata partecipazione (neanche alla cerimonia inaugurale ) del rappresentante del dicastero della Giustizia: eppure si trattava del “Congresso Nazionale Giuridico Forense”. E, nel frattempo, nel corso dell’adunanza degli Avvocati, che erano in stato d’agitazione da metà giugno, si parlava dei "due massimi sistemi del mondo" di galileiana memoria. Tutti si sono innamorati della propria voce ma, alla fine, è stato raffazzonato un documento c.d. politico, che ha cercato d’accontentare - in fretta e furia - un poco tutti: sia perchè le poltrone erano state salvate, sia perchè incombeva la cena di gala (alla quale, come la stragrande maggioranza della delegazione salernitana, non ho partecipato). Abbiamo avuto la capacità (sic!) e, se vogliamo, l'ipocrisia di concentrare la nostra protesta sull'art. 2 del Decreto e non già sull'articolato successivo, che porterà alla scomparsa di migliaia d’Avvocati. Abbiamo fatto la fine di quello stolto che, nel mentre il vecchio saggio indicava la luna, guardava il dito! Parteciperò alla giornata nazionale di protesta prevista in Roma per il giorno 12 ottobre, perchè sono Avvocato e perchè rispetto la Classe. Spero che la manifestazione nazionale così come programmata, se massiccia, possa far recuperare all'Avvocatura quella dignità che il documento politico ha completamente azzerato laddove s’implora un incontro, un dialogo con chi, in questi mesi, ripetutamente, non ha sbattuto la porta in faccia ad alcuno, ma - certamente - non l’ha neanche dischiusa. Ma dal Congresso, Salerno esce a testa alta per aver detto, attraverso il suo portavoce Peppe Celia, come al solito, verità, così come riconosciuto, tra gli altri, dal Presidente dell'Ordine di Velletri e dal rappresentante di uno dei primi Fori del Nord. Quest'ultimo attraverso un sms inviato al mio cellulare ha scritto: "Complimenti! Fra tanti calabraghe Salerno ha mostrato ammirevole decisione”. Salerno, 05 ottobre 2006. Americo Montera |