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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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Carlo Testa (Consigliere Tesoriere dell'Ordine degli Avvocati di Roma)
Sezioni: FOCUS
Autore AVV. CELIA.
Data di pubblicazione 09/08/2006
Le "radiose giornate" di Luglio dell'Avvocatura




Il pomeriggio del 30 giugno u.s. sto sdraiato sulla spiaggia quando squilla il telefonino. L'amico e collega Alessandro Vinci mi dice: "Carlo, al Consiglio dei Ministri hanno deciso di abolire le tariffe forensi. Vedi Televideo".
Ho un sobbalzo e, in serata, tornato a casa, ascolto l'ineffabile TG che snocciola la notizia purtroppo vera: il Ministro Bersani, con un vero e proprio blitz, inaspettato e coperto, ha fatto varare, come decreto legge, le ormai famose "liberalizzazioni".
Oltre cento anni di storia dell'Avvocatura viene spazzata via con un provvedimento, che in via d'urgenza, elimina le tariffe fisse e minime, autorizza la pubblicità, anche sui prezzi delle prestazioni, elimina il divieto di patto di quota lite, apre a soggetti "esterni" le società professionali.
Si capisce subito che il provvedimento è il primo decisivo passo che apre la strada all'abolizione degli Ordini e alla soppressione della Cassa Forense.
Una strada che l'attuale maggioranza di Governo aveva già prospettato nel 1996 senza avere allora la forza e il coraggio di metterla in pratica.
Dopo un immediato contatto telefonico con il Presidente e il Segretario del Consiglio dell'Ordine e con i Colleghi ed amici dirigenti dell'AGIFOR si organizza e si profila una straordinaria mobilitazione, con il consenso e la partecipazione spontanea di gran parte dei Consiglieri dell'Ordine e delle Associazioni Forensi.
Il 6 luglio si svolge, nella Sala Avvocati di Palazzo di Giustizia, un Consiglio dell'Ordine aperto ai colleghi. Malgrado una convocazione inviata solo poche ore prima, centinaia di colleghi partecipano entusiasti all'iniziativa del Consiglio, ove, in conformità alle decisioni assunte dall'Avvocatura a livello nazionale, nella riunione degli Ordini Forensi del 5 luglio, si delibera di aderire all'astensione dalle udienze proclamata dal 10 al 21 luglio.
All'Assemblea dell'Ordine Forense di qualche giorno dopo, oltre 1000 colleghi fanno sentire la loro rabbia e la loro forza.
Il 12 luglio, l'Avvocatura Romana approva quasi all'unanimità non solo il bilancio consuntivo e il bilancio preventivo, per i quali era stata ordinariamente convocata, ma anche un documento "duro", senza "se" e senza "ma", ove si chiede: 1) al Governo la revoca del Decreto Bersani 2) al Comitato Generale dell'Avvocatura (Organo di coordinamento della protesta costituito su iniziativa dell'Ordine di Roma e formato da CNF, OUA, Cassa Forense e Consigli degli Ordini Distrettuali) una proclamazione dell'astensione dalle udienze ad oltranza.
L'astensione dalle udienze è pressoché unanime; nel mentre il Governo rifiuta il dialogo e l'incontro con l'Avvocatura.
Cresce la rabbia, ma anche la frustrazione tra i colleghi. Quotidianamente si fanno sacrifici per salvare la professione e i mass media ci ignorano e il Governo, di contro, soddisfa i taxisti che, bloccando le città, dimostrano ben altro potere contrattuale.
Si arriva all'Assemblea Nazionale dell'Avvocatura del 21 luglio, all'Adriano, in un clima di forte tensione e di insoddisfazione.
Circa 1500 gli avvocati, provenienti da ogni parte d'Italia. Entro nel Cinema, felicemente sorpreso per il numero dei presenti, ma anche profondamente timoroso che tutta quella mobilitazione e quella energia dimostrata sarebbe stata vana se si fosse limitata ad una passerella oratoria di avvocati e/o politici più o meno famosi.
D'altronde i concetti tutti li avevamo ben chiari. Cosa potevamo ancora dirci? Dopo 4 interventi mi alzo dalla platea e grido spontaneamente: "Basta con i discorsi, andiamo tutti a Palazzo Chigi". Un uragano di consensi non preparati e non previsti quasi mi sommerge. Gran parte dell'Assemblea è ben conscia che non si può più rimanere con le mani in mano mentre il Governo ci colpisce e la stampa ci ignora. Da Piazza Cavour allora si forma uno spontaneo e variegato corteo del ceto forense, non organizzato e mai visto prima. Ai disciplinati e seriosi avvocati padani, si accompagnano i colleghi rumorosi, con berretti e bandiera, di S. Maria Caputa Vetere. Il Presidente, molti Consiglieri dell'Ordine e Colleghi di Roma, da "padroni di casa", alla guida del corteo, tracciano la strada per raggiungere la sede del Governo, riunito in Consiglio proprio in quelle ore.
Il momento più esultante della marcia è sotto le finestre di Palazzo Chigi allorquando dal corteo esce un grido spontaneo: "Libertà. Libertà. Libertà." che vuol dire per l'Avvocatura autonomia, indipendenza, professionalità e qualità, tutti principi che il Governo ha stracciato in una riunione di Consiglio dei Ministri!
Alla fine il potere arrogante si rifiuta di ricevere i nostri Presidenti (dell'Ordine di Roma, di Milano e della Cassa Forense e dell'OUA) malgrado un'attesa di ore, sotto il sole avanti Palazzo Chigi.
I ministri riuniti in Consiglio preferiscono allontanarsi dalla uscite laterali di sicurezza, non avendo il coraggio di incontrare le centinaia di colleghe e colleghi che da ore sostano e protestano incessantemente. Finalmente, però, grazie all'improvvisata manifestazione l'avvocatura e le sue ragioni conquistano dignità di notizie nei sommari dei telegiornali e nelle prime pagine della gra nde stampa quotidiana.
Stessa scena il 28 luglio, al corteo indetto da tutte le professioni "interessate" e "accarezzate" dal Decreto Bersani che, peraltro, due giorni prima riceveva la "benedizione" del Senato grazie ad un voto di fiducia imposto dal più "antiparlamentare" Governo del dopoguerra.
Corteo organizzato in poche ore, grazie a un'autorizzazione prefettizia giunta solo nel tardo pomeriggio del giorno prima.
In poche ore e a fine luglio, non si può fare di più. Eppure, oltre 2000 persone in Via dei Fori Imperiali fino a Piazza SS. Apostoli realizzano un miracolo riportato con grande evidenza dai telegiornali e dalla stampa quotidiana nazionale.
Nella marcia, sotto il caldo rovente di fine luglio, si è cementata una grande alleanza sociale tra le professioni intellettuali e libere per la difesa non di una classe sociale, ma di un modello di società fondata sul valore del lavoro, della intraprendenza personale, della deontologia ed identità degli Ordini. In una parola per la difesa di una Nazione fondata sulla vita e lo sviluppo dei corpi intermedi della società, da sempre e da secoli, garanzie sia della crescita dell'individuo sia della libertà di quest'ultimo nei confronti delle invadenze e delle prerogative dello Stato.
Il Decreto Bersani, figlio di un'ideologia che alberga in larga parte della intellighenzia italiana, è una cambiale pagata a Confindustria, ai poteri forti, alle grandi distribuzioni e produzioni, impazienti di aprire nuovi mercati per incrementare profitti e clientele.
Con la complicità della stampa e delle c.d. associazioni dei consumatori (che, si ricorda, sono tutte organiche al Ministero della Sviluppo Economico dell'On. Bersani) gli Ordini professionali hanno così subìto un attacco inaudito.
Noi non ci siamo fermati alla sterile protesta e alle manifestazioni di piazza.
I colleghi, anche attraverso il sito dell'Ordine, possono prendere visione del progetto di riforma della legge dell'Ordinamento Professionale che l'Ordine di Roma, grazie alla Commissione Osservatorio della Giustizia del Consiglio dell'Ordine e con la collaborazione dei Delegati al Congresso e delle Associazioni Forensi, ha predisposto in vista del prossimo Congresso di Roma, dal 21 al 24 settembre, inviandole, per avere ulteriori contributi, a tutti gli Ordini d'Italia.
Per riassumere e concludere.
Il Decreto Bersani è legge dello Stato per la tracotanza del Governo che ha messo il bavaglio anche ai Parlamentari della maggioranza di centro-sinistra, in gran numero critici nei confronti del provvedimento.
Ma la partita non è persa.
A settembre proseguiranno l'astensione dalle udienze ed altre forme di protesta.
Contestualmente si svolgerà il Congresso Nazionale Forense a Roma dal 21 al 24 settembre.
Una sollevazione morale e materiale delle coscienze e delle forze più vive della Nazione potrà impedire la messa in atto del disegno omicida contro gli Ordini e le libere professioni.
Noi siamo pronti al confronto con proposte di riforma concrete e condivisibili per modernizzare la professione.
E siamo pronti, altresì, a vendere cara la pelle contro le prepotenze del Governo e la viltà dei partiti, di qualunque colore.
A settembre riproporremo con forza l'alleanza sociale dei corpi intermedi della società per aggregare le energie necessarie a combattere e battere i poteri forti che ci vorrebbero proletarizzare, subordinare, dividere, privi di deontologia e di identità.
Si tornerà a protestare contro le false liberalizzazioni, contro l'indennizzo diretto, contro le "Visco-vessazioni", ovunque.
E per allora formulo un invito ai colleghi: isoliamo coloro che tra noi, per miopia, pigrizia e altro, si ergono a reggicadrega del potere costituito; sacrifichiamo qualche ora delle nostre giornate per partecipare alle iniziative di protesta; nascondiamo e reprimiamo, per quanto possibile, quel naturale pregiudizio borghese, purtroppo comune a molti di noi, che consiste nel ritenere non decoroso camminare per le vie di Roma a tutela dei propri diritti.
Facciamo uno sforzo tutti quanti, Avvocati di sinistra, di centro e di destra, per essere comunque sempre e tutti uniti e presenti ai grandi appuntamenti che verranno, tutti decisivi, per noi e per l'avvenire dei nostri figli.
Grazie di cuore.

Carlo Testa

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