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GIUSEPPE CORONA
(Consigliere Tesoriere Ordine Forense Salerno)
INTERVENTO ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE AVVOCATURA CONTRO DL "BERSANI".
Roma, 21 luglio 2006. “Nulla di più turpe che anteporre un’affermazione alla conoscenza”, ammoniva Cicerone. Tanto più se si tratta di una disposizione normativa e non di un semplice pensiero, mi permetto di aggiungere. Eppure il dott. Bersani, sbandieratore della concertazione, non ha avuto alcuna remora ad affermare che “determinati provvedimenti prima si assumono e poi si discutono”, riecheggiando le parole di una cultura verso cui non ha mai celato disprezzo, salvo poi appropriarsi dei relativi contenuti… Non che io avessi creduto alle consuete bugie dei politicanti di antico pelo, o che mi aspettassi dagli stessi quel rispetto che il sistema costituzionale e democratico giustamente pretende, ma ficcare la riforma delle libere professioni in un decreto legge finanziario, così usurpando il potere legislativo del Parlamento, mi sembra davvero troppo. E inaccettabile! Siamo al paradosso: a fronte di una discussione sulla legge professionale che si consuma da vent’anni, un pool di filosofi (questa la laurea conseguita dai dott. Bersani e Mastella), con un colpo di macete, stravolge la funzione ed il rango costituzionale dell’Avvocato, nonché il senso, la tradizione, l’impostazione, la missione della professione forense, senza sapere che cosa essa sia, come si svolga, che cosa garantisca e tuteli. Nessuno che abbia pensato di chiedere agli Avvocati, alle loro rappresentanze, perché il Codice Deontologico Forense ha, quale proprio incipit, il seguente: “L’avvocato esercita la propria attività in piena libertà, autonomia ed indipendenza, per tutelare i diritti e gli interessi della persona…”. O perché fra i principi generali del medesimo l’art. 10 postuli il dovere di indipendenza, l’art. 17 il divieto di pubblicità, l’art. 18 regoli i rapporti con la stampa, l’art. 19 ponga il divieto di accaparramento di clientela. O perché, nel disciplinare i rapporti con la parte assistita, l’art. 37 si soffermi sulla necessità di evitare conflitti di interessi e l’art. 45 sancisca il divieto di patto di quota lite. Forse presi dalla smania di cambiare tutto e presto, non si sono proprio posti il problema, questi signori, che le suddette regole sono state elaborate proprio per consentire ed imporre all’Avvocato di tutelare e garantire al meglio i diritti del Cittadino. Eppure la Deontologia Forense è materia obbligatoria all’esame di Stato per Avvocato. Anzi, dirò di più. E’ l’unica obbligatoria a fronte del diritto costituzionale, civile, penale, amministrativo, processuale… materie a scelta e quindi non indispensabili, come questa. Nel Preambolo del Codice Deontologico degli Avvocati dell’Unione Europea si legge: “La funzione dell’avvocato. In una società fondata sul rispetto della Giustizia, l’avvocato riveste un ruolo eminente. La sua funzione non si limita all’esecuzione fedele di un mandato ricevuto secondo la legge. In uno Stato di Diritto l’avvocato è indispensabile alla Giustizia ed ai giudicabili dei quali egli ha il compito di difendere i diritti e le libertà; egli è tanto il consigliere quanto il difensore del suo cliente”. Così la funzione di un Avvocato impone molteplici doveri ed obblighi, fra i quali, sempre secondo il Codice Deontologico Europeo, quelli verso “la società, per la quale una professione libera e indipendente, autonoma nel rispetto delle regole che essa si è data, è strumento essenziale di salvaguardia dei diritti dell’uomo verso lo Stato e gli altri poteri costituiti”. Tutte farnesie queste, dott. Bersani? E allora sa cosa Le dico, caro Ministro? Che mi torna alla mente, in modo preoccupante, l’insegnamento dell’avv. Piero Calamandrei, per il quale dovreste nutrire sicure simpatie: “La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”; ebbene, non penso sia dovuto solo al caldo e al fatto che siamo oggi in tanti a Roma, se qui si comincia per davvero a respirare molto male… Si continua a dire che questo provvedimento aiuterà i giovani Avvocati (ed alcuni di loro ci credono pure…). Ma li aiuterà a fare cosa? A diventare manovalanza di assicurazioni, banche e grandi imprese senza neppure un salario minimo garantito? Li aiuterà a giocarsi quel futuro per costruirsi il quale, loro e le rispettive famiglie, hanno fatto tanti sacrifici? Ma Le è sorto il dubbio che chi ha investito la propria vita fino a trent’anni per apprendere questa professione, lo ha fatto perchè si sentiva diverso, spinto da un moto, quella fede nel Diritto, nella Giustizia, nella Libertà che, giorno dopo giorno, si scontra con gli ingorghi burocratici ed amministrativi nel traffico, troppo spesso, inconcludente dei Tribunali? Ha mai avuto occasione di pensare che magari quei principi di cui parlavamo prima, per molti che sono qui oggi, possono rappresentare il contenuto fondamentale di questa professione, senza il quale non l’avrebbero mai scelta? Ma si è soffermato a riflettere che qui si tratta di difesa della Libertà e non di troppo osannata liberalizzazione e la nostra voce varrà pur quanto quella dei tassisti, cui Lei ha concesso udienza e molto di più….? E’ inconcepibile per Lei, caro Ministro, che io, come tanti miei colleghi, abbiamo scelto di essere (e non solo di fare) gli Avvocati per garantire i diritti di tutti, senza considerare il peso economico del nostro cliente? Ed è tanto difficile comprendere che per fare questo servono delle tariffe di riferimento, che consentano anche a noi, e non solo ai salariati, un’esistenza libera e dignitosa? Così come servono le risorse per il gratuito patrocinio per i non abbienti, che Lei ha, con infamia, bloccato! Ed ancora, è tanto difficile capire che se alle associazioni professionali subentrano le società con forti capitali, agli interessi della Giustizia si sostituirà la logica del profitto, con buona pace di tutti i valori di cui è portatrice la classe forense? E non si rende neppure conto che ammettendo il patto di quota lite il legale, invece di garantire al cliente l’ottenimento del diritto al bene della vita leso, glielo dimezza? E se io avessi fatto l’Avvocato proprio perché non mi piace mettere il mio nome sulle insegne al neon, e perché penso che certa merce non possa essere oggetto di scambio, e perché al mercato mi va di acquistare, per me che vengo dal mare, solo orate e saraghi (per Lei, magari, funghi e salami) ma per certo giammai divorzi e decreti ingiuntivi? Ma con quale faccia, sig. Ministro Bersani, dice che vuole aiutare il cittadino a trovare risposte alla sua domanda di Giustizia quando prevede tagli, per i prossimi tre anni, di ben 350.000.000 di Euro per l’organizzazione della stessa?! Voglio concludere questo mio intervento con la citazione di Kahlil Gibran, che spero colga nel segno: “Mi dicono: se trovi uno schiavo addormentato, non svegliarlo, forse sta sognando la libertà. Ed io rispondo: se trovi uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della libertà!” Avv. Giuseppe Corona Ordine Avvocati Salerno __________ |