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* IL FUTURO DEI GIOVANI AVVOCATI ** Pubblicati gli elenchi degli idonei per le prove orali dell'esame di avvocato ** di Enrico Tortolani *
La Corte di Appello di Salerno ha pubblicato l'elenco degli ammessi a sostenere le prove orali dell'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense. Quest'anno i candidati ammessi sono 640 su 1228, con una percentuale più alta di quella degli ultimi anni: 57 %. Si è rinnovato un rito, che per tanti giovani rappresenta un importante step verso l'inserimento nel mondo del lavoro. Si sa: superare lo scoglio delle prove scritte è sempre difficile. Nel caso degli esami di abilitazione, poi, l'esito è fortemente aleatorio, per motivi che coinvolgono la soggettività dei giudizi, non sempre coerenti ( si vedano le tante censure degli anni passati in sede di impugnazione innanzi al TAR). Ma ancor più aleatorio rimane il fine ultimo di questi esami: il lavoro. Infatti molti giovani, pur conseguendo il titolo, non riescono poi ad esercitare effettivamente la professione. Per la difficile congiuntura economica è sempre più difficile conseguire la clientela ed un numero sufficiente di mandati che consentano di impiantare uno studio. E specie per i molti che non hanno uno padre avvocato, con uno studio già avviato, le prospettive sono sicuramente meno incoraggianti. In questo nostro complicato tempo, per la verità, la vita si è fatta dura anche per le toghe più esperte. Ed i motivi sono prima economici, ma non solo. Innanzitutto non possiamo tralasciare che dal 2006, con le lenzuolate di Bersani e l'abolizione dei minimi tariffari, per l'avvocatura si è aperta una fase in cui la concorrenza ha spinto al ribasso introiti e qualità del lavoro. E ciò non è stato un vantaggio per il cliente consumatore. Infatti, secondo i dati acquisiti dall'esperienza, dell'abbattimento dei minimi si sono giovate soprattutto banche, società di assicurazione, grandi imprese, associazioni consumeristiche, ed ancora patronati e organizzazioni sindacali, che hanno imposto ai loro legali convenzioni ribassate, ai limiti della speculazione, forti del loro potere contrattuale. I legali più giovani, quelli per l'appunto che usciranno da questa sessione e che ingrosseranno le file dei giovani colleghi abilitati nell'ultimi anni, sono proprio quelli che maggiormente subiscono e subiranno questa concorrenza selvaggia. Fatta di prestazioni pagate con sottominimi, rarefazione dei ricavi, affannosa ricerca di clientela ed affari. Tutto a scapito della qualità dei servizi. Ma anche della qualità delle condizioni di vita del professionista. La vita del giovane avvocato poi, è complicata anche dal funzionamento a dir poco approssimativo del servizio giustizia. Per i tribunali italiani sono anni difficili. L'organizzazione, condita con leggi inadeguate, produce solo ritardi e mala giustizia. Nel marasma del nostro mondo giudiziario è assai difficile la emersione dei giovani più meritevoli. La mala giustizia, oltre a calpestare i diritti, soffoca anche il merito. Le eccellenze non hanno spazio. I giovani talenti, quanto riescono a conquistare un cliente, ad incamminarsi in una causa, rimango invischiati nelle pastoie di procedure lente e leggi, tante volte, incomprensibli ed inapplicabili, senza riuscire a fare la differenza, ottenere il risultato favorevole per il cliente. Cosicchè c'è un livellamento verso il basso: tutti uguali, tutti ugualmente associati nelle inefficienze di sistema, tutti coinvolti in un generalizzato giudizio negativo. Ecco come l'aspetto economico non è il solo, e forse non è nemmeno il preponderante argomento a colorire con tinte discordanti, gli aspetti della vita del giovane avvocato. Se è difficile diventare, è ancora più complicato essere Avvocato., e differenziare il fare, come prestazione strumentale, dalle ragioni di una convinta dedizione alla difesa dei diritti. Perché l'esercizio dell'Avvocatura non è una semplice occupazione, ma un professione che trova il suo fondamento nella costituzione, e nel diritto di difesa, costituzionalmente garantito, cui ogni soggetto deve poter attingere. Se a questi nostri giovani, che oggi si apprestano ad entrare nell'Avvocatura, insegniamo solo i valori del mercato, della libera concorrenza, del fare senza essere, senza i valori tramandati dai nostri padri costituenti, allora il futuro, per la società, e non solo per l'Avvocatura, sarà negativamente segnato dalla mercantilizzazione che fa dei diritti, individuali e collettivi, merce di scambio. |