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* GEOGRAFIA GIUDIZIAIRIA: LA CASSAZIONE APPROVA IL REFERENDUM ABROGATIVO DELLA LEGGE TAGLIA TRIBUNALI PROMOSSO DA NOVE REGIONI.
Supera il primo valgio la richiesta di referendum abrogativo della legge taglia tribubnale. Nove consigli regionali, infatti, hanno presentato in Cassazione la richiesta, che ieri è stata dichiarata ammissibile. Per arrivare alla consultazione popolare, la richiesta di abroigazione dovrà superare il vaglio di costituzionalità della Consulta. Cammino dunque ancora in salita per l'iniziativa. - Roma, 12 novembre - La Repubblica - Via libera ai referendum contro la soppressione di circa mille uffici giudiziari minori prevista dalla riforma della geografia giudiziaria. Lo ha deciso l'ufficio centrale dei referendum presso la Corte di Cassazione, che ha dichiarato ammissibile il quesito presentato da nove consigli regionali il 30 settembre scorso, con cui si chiede di abrogare la legge entrata in vigore il 13 settembre. La parola ora passera' alla Consulta, che dovra' vagliare la costituzionalita' del quesito. - Il Fatto Quotidiano. Sì al referendum per l’abrogazione del taglio dei tribunali, no alla consultazione “anti-casta”. Lo ha deciso l’Ufficio referendum della Cassazione, presieduto niente meno che da Corrado Carnevale. Passato alle cronache come “giudice ammazza-sentenze“, il magistrato è diventato famoso per avere annullato una lunga serie di condanne ai danni di personaggi legati a Cosa Nostra e per essere stato processato per concorso esterno in associazione mafiosa, accusa da cui è poi stato assolto. L’ufficio ha dichiarato “l’ammissibilità” del referendum chiesto da nove Consigli regionali, Abruzzo in testa, per abrogare la riforma della geografia giudiziaria che ha tagliato mille tribunali. Ora la parola passa alla corte costituzionale per un ulteriore vaglio. Dichiarati invece inammissibili due referendum, il cosiddetto quesito “anti-casta” e uno relativo al tema del lavoro. La norma sulla spending review del governo Monti aveva previsto la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali sui 165 esistenti, di 38 procure e la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale. Il decreto puntava a ottenere risparmi di spesa pari a 2 milioni 889mila e 597 euro per il 2012, 17milioni 337mila e 581 euro per il 2013 e 31 milioni 358mila e 999 per il 2014. Contro il taglio dei tribunali, tuttavia, si era sviluppato un ampio movimento di protesta in tutta Italia. Tra le varie iniziative, cortei di sindaci, blocchi di strade statali, sit-in di lavoratori, lettere al premier Enrico Letta e al Capo dello Stato Giorgio Napolitano e, addirittura, la minaccia di darsi fuoco da parte di un dipendente. Infine, è arrivata la richiesta di un referendum abrogativo, promossa dal consiglio regionale dell’Abruzzo e subito sottoscritta da Basilicata, Calabria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Campania, Liguria e Piemonte. “E’ giusto risparmiare in tempi difficili”, aveva spiegato Emilio Nasuti, il consigliere abruzzese delegato alla promozione del referendum. “Ma così come è concepito il provvedimento non ha senso: in alcuni casi siamo ai limiti della sospensione del servizio ai cittadini”. |