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* IL C.N.F. SPIEGA LE RAGIONI DEGLI AVVOCATI.
E’ il momento di spiegare le ragioni degli avvocati al Paese. Con una pagina a pagamento sui principali quotidiani (Corriere della Sera e La Repubblica) con il testo della lettera del Consiglio nazionale forense inviata due giorni fa al presidente del Consiglio Enrico Letta e al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri nella quale si definiscono "gravemente lesive della dignità e dell'alta funzione che la Costituzione assegna all'Avvocatura" le espressioni usate dal Guardasigilli nei confronti della classe forense. La lettera inviata a Letta e alla Cancellieri - Si tratta della missiva con la quale il Consiglio nazionale forense, i presidenti degli Ordini distrettuali, l’Organismo unitario dell’avvocatura e la Cassa forense , mercoledì scorso, hanno comunicato che avrebbero disertato l'incontro già programmato con il ministro, in conseguenza sia del suo fuori onda sui legali di Napoli ( "li vado a incontrare così me li tolgo dai piedì), sia delle successive affermazioni sull'Avvocatura come lobby che frena sulle riforme. Gli avvocati contestano al Ministro anche di aver "completamente" disatteso le sue stesse assicurazioni sul loro coinvolgimento nei progetti di riforma della giustizia. A cornice della pagina il tricolore, e in fondo la scritta "Gli avvocati difendono i tuoi diritti, tu difendi il mondo che ami". La risposta dei legali: gli avvocati non sono una lobby «Con vivissima delusione - scrivono gli avvocati nel manifesto pubblicato sui principali quotidiani - abbiamo dovuto constatare come le assicurazioni dal Ministro fornite circa la collaborazione e il coinvolgimento dell'Avvocatura nei progetti di riforma della giustizia, siano state completamente disattese. L'avvocatura anzi, è stata additata falsamente dal Ministro della Giustizia come ostacolo alla modernizzazione del Paese». «L'avvocatura - aggiunge il Cnf - si è fatta carico di sottoporre al Parlamento che é ancora sovrano, in una democrazia parlamentare come la nostra,compiuti progetti di riforma della giustizia». Il Consiglio nazionale forense sottolinea che sono state rilevate «ripetute espressioni pubbliche del Ministro della Giustizia non adeguate al suo ruolo istituzionale e gravemente lesive della dignità e dell'alta funzione che la Costituzione italiana assegna all'Avvocatura. In conseguenza di ciò, il Consiglio Nazionale Forense, i Presidenti di tutti gli ordini distrettuali, l'Organismo Unitario dell'Avvocatura e la Cassa Forense hanno convenuto nella riunione del 3 luglio sull'inopportunità di partecipare all'incontro con il Ministro. L'ANTE FATTO - IL CONVEGNO AL CSM - ROMA 4 LUGLIO Cancellieri agli avvocatii: le riforme vanno fatte "Non ho parlato di lobby degli avvocati, ma di lobby in generale, che come tutti sanno sono il vero ostacolo alle riforme. Sono sempre disponibile ad ascoltare le ragioni di chiunque, ma sia chiaro che dobbiamo cambiare questo Paese per renderlo più simile all'Europa". Così, dialogica ma ferma, il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha risposto, in margine a un convegno al Csm, alle polemiche sollevate dalle organizzazioni dell' Avvocatura (Oua, Cnf, Camere penali e civili) che ieri hanno disertato un previsto incontro con il Guardasigilli e hanno confermato lo sciopero dall'8 al 16 luglio prossimi. Tra i motivi della polemica, non solo le dichiarazioni della Cancellieri sulle lobby, ma anche temi concreti quali la reintroduzione della mediazione obbligatoria per una serie di cause civili e il ridisegno delle circoscrizioni giudiziarie, con l'abolizione di una trentina di piccoli tribunali, riforma che dovrebbe entrare in vigore il 13 settembre prossimo ma su cui diversi esponenti della maggioranza hanno chiesto un rinvio di un anno. Proprio ieri la Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi contro la riforma della geografia giudiziaria. "La sentenza della Consulta è una buona notizia - ha detto la Cancellieri - abbiamo avviato un percorso di confronto con i parlamentari e speriamo di trovare la quadra per varare la riforma nei tempi previsti". Donne in magistratura Il convegno del Csm a cui ha partecipato il Guardasigilli riguardava "i primi 50 anni delle donne in Magistratura", nonché la violenza sulle donne e i femminicidi. "Sulla presenza delle donne in magistratura - ha detto la Cancellieri - abbiamo fatto molti passi avanti, ma si può sempre fare di più. Io sono convinta che le donne vanno aiutate con i servizi sociali: asili nido, asili nido, asili nido...per aiutarle a svolgere con più serenità il loro ruolo di madri e di educatrici". Per quel che riguarda la violenza sulle donne "abbiamo una normativa molto avanzata e pene severe - ha commentato la Cancellieri - ma anche qui bisogna sostenere di più le donne per dare loro maggiore autonomia, anche economica, per poter resistere e denunciare le violenze che spesso avvengono in ambito familiare. Per esempio, occorrerebbe garantire loro che non ci siano ritorsioni sui figli". Vietti, poche donne al vertice "La criticità da affrontare oggi - ha detto il vicepresidente del Csm Vietti nel suo saluto introduttivo al convegno - consiste nella scarsissima presenza della componente femminile nei centri decisionali e nelle posizioni di vertice. Mi auguro che siano presto maturi i tempi per soluzioni di normale competitività, dove il parametro valutativo sia tarato su un modello più ricco e completo di magistrato, che assommi in sè il meglio dei contributi dei due generi che li compongono". E sulla violenza che ha per oggetto le donne, Vietti ha aggiunto: "La magistratura già da tempo si è mostrata sensibile a questo allarmante realtà, tanto da intraprendere varie iniziative per migliorare la risposta di giustizia nell'ambito della violenza familiare e favorire al proprio interno un confronto sul tema. Diversi uffici di Procura hanno predisposto modelli d'intesa con soggetti istituzionali e privati. Taluni uffici hanno pubblicato linee guida di semplice consultazione. Occorre però che tutte le istituzioni si facciano interpreti di un diverso modello sociale, fondato su politiche di conciliazione ben integrate, mirate alla creazione di famiglie più stabili e aggreganti e di contesti lavorativi più equilibrati". |