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* UNIONE CAMERE PENALI * DOCUMENTO SU SCONTRO GIUSTIZIA TRA C.S.M. E POLITICA*
Si pubblica il testo del documento diffuso dall'Unione Camere Penali sull'attuale grave situzione di stallo della giustizia, nello scontro tra politica e magistratura: "VIETATO PARLARE SERIAMENTE DI GIUSTIZIA". -- Rassegna stampa: CAMERE PENALI: Il Csm non detti le priorità alla politica. (16 maggio 2016 Guida al Diritto - Il Sole 24 Ore) Politica e magistratura "stanno dando il peggio di sé”. In un documento, l'Unione Camere Penali commenta lo scontro in atto sul tema Giustizia, sottolineando come da una parte "c’è chi dimostra tutta la propria insipienza ricorrendo a tatticismo per spezzare il fronte della magistratura associata, nominandone il capo della corrente oggi all'opposizione alla carica di sottosegretario: con il brillante risultato che quella medesima corrente si è affrettata a riconquistare la verginità perduta ponendo un eversivo aut aut al ministro Guardasigilli, visto come troppo neutrale e quindi sollecitato a dare segnali concreti di sottomissione". Dall'altra parte, fanno notare i penalisti, "si proclama di non cercare soluzioni politiche per via giudiziaria, e tuttavia ci si 'autocastra' politicamente, subendo il divieto anche solo di ragionare intorno a questioni serie ed ineludibili quale, appunto la conformazione dell'ordinamento, poiché si sa che la magistratura non lo consente'". Di riforme di giustizia "non si parla più in modo serio e responsabile. A destra - prosegue l'Ucpi - si brandiscono come corpi contundenti, degradandoli ad armi di distruzione di massa, questioni strutturali, quali la separazione delle carriere, mentre a sinistra si riprende a chinare il capo agli espliciti diktat della magistratura associata, sempre più consapevole del proprio potere d'interdizione e, per altro verso, spaccate da lotte intestine". E la "linea gotica", si fa notare, è tracciata dal vicepresidente del Csm, il quale, ''neanche parlasse da un banco del Parlamento, scandisce, perché senta il silente ministro, che i magistrati vanno 'rispettati, apprezzati e difesi'". Ancora, proprio oggi, "in assenza di argini, il plenum del Csm, sia pure a maggioranza, licenzia un appello al ministro Cancellieri perché “faccia sentire il proprio sostegno alla magistratura intera senza incertezza alcuna ed affronti subito i temi reali e le difficoltà che affliggono il sistema giudiziario, nell'interesse preminente di tutti i cittadini”, ma aleggia nell'appello il presupposto - non detto - che i 'temi reali' non e' il ministro, e tanto meno la politica, a stabilirli, ma quella che non smette di volersi imporre come la 'terza Camera' del Paese". In questo quadro, concludono i penalisti, la politica "deve recuperare forza ed autonomia, altrimenti la giustizia non si risolleverà mai, e con essa il Paese".
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