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* GIUSTIZIA.INTESA SULLA REVISIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI. IL MINISTRO SEVERINO DISPONIBILE A RIVEDERE I TAGLI. CONFERMATA PERO' LA CHIUSURA DI TUTTE LE 220 SEZIONI DISTACCATE.
La mappa degli uffici giudiziari da tagliare potrebbe subire modifiche rispetto a quella messa a punto dal Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria di Via Arenula. In un incontro a Montecitorio tra il Guardasigilli Paola Severino e i tecnici della Giustizia della maggioranza, Donatella Ferranti e Andrea Orlando (Pd), Enrico Costa (Pdl) e Roberto Rao (Udc), si sarebbe raggiunta un'intesa di massima sui criteri da adottare per ridisegnare gli uffici giudiziari prima che lo schema venga introdotto nel decreto legislativo che potrebbe approdare in Consiglio dei ministri tra una settimana,cioè al ritorno del ministro dal suo viaggio a Washington. La legge delega, infatti, scade il 13 settembre. E per quella data il decreto, nell'ordine, dovrà essere approvato dal governo; aver ricevuto entro 30 giorni i pareri obbligatori del Parlamento; tornare a Palazzo Chigi per il via libera definitivo; ottenere la firma del Capo dello Stato. Quindi i tempi sono piuttosto stretti e la Severino, prima di partire, ha voluto fare il punto con la maggioranza su un tema che rischia di essere dirompente. Nella riunione, che si è tenuta nella sala del governo, si sarebbe deciso di aggirare la "regola dei tre", cioè la regola studiata tempo fa dal senatore Benedetti Valentini (Pdl) secondo la quale ci dovrebbero essere tre Tribunali per ogni distretto di Corte d'Appello. Ci sono zone d'Italia, infatti, sarebbe stato detto nel corso dell'incontro, che meritano una maggiore "tutela", come quelle più esposte a rischio criminalità organizzata, rispetto ad altre. Pertanto inutile fissare con un criterio così rigido il taglio degli uffici giudiziari. Resterebbe ben "piantato", invece, l'altro "paletto" che ha influito sulla nuova geografia giudiziaria: quello secondo il quale dovrebbe esserci un Tribunale per ogni capoluogo di provincia.I tagli vanno bene, insomma, ma con criterio, senza regole rigide che potrebbero portare a «disequilibri». La situazione, si è detto, va valutata zona per zona. A seconda delle esigenze. Le zone considerate più fragili e dunque più meritorie di tutela sono state considerate la Calabria e la Sicilia nelle quali si vuole mantenere «forte la presenza dei presidi giudiziari». L'idea emersa oggi è quella di arrivare ad un'intesa sul taglio degli uffici giudiziari che sia frutto di un accordo politico per evitare che quando arriverà in Parlamento per i pareri obbligatori (anche se non vincolanti) si «trasformi poi in un assalto alla diligenza» visto che ogni parlamentare sarà spinto a proteggere Tribunali e Procure del proprio collegio. Nella mappamessa a punto dal Dipartimento di via Arenula si prevede che resterebbero 33 Tribunali, 37 Procure. Mentre ci sarebbe il taglio di tutte le 220 sezioni distaccate esistenti. A L'Aquila la situazione potrebbe restare congelata per tre anni in quanto zona colpita dal terremoto. Il risparmio complessivo valutato fino a questo momentosarebbe stimato intorno ai 76 milioni di euro. |