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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* IL GOVERNO SI ARROCCA SULL'ABROGAZIONE DELLE TARIFFE. IL MINISTRO SEVERINO DICE NO ALL'O.U.A. * Incontro a Roma tra il Guardasigilli ed una delegazione O.U.A. * Fumata nera: nessuna apertura sulla principale richiesta dell'Avvocatura di rivedere l'art.9 del D.L. "Cresci Italia".
Sezioni: PRIMA FILA
Autore Avv. Enrico Tortolani -fonte OUA
Data di pubblicazione 10/02/2012
* LIBERALIZZAZIONI E GIUSTIZIA, L’OUA VALUTA POSITIVAMENTE IL DIALOGO CON IL MINISTRO SEVERINO. APERTURA DEL GUARDASIGILLI SUI SOCI DI CAPITALE E NON PROFESSIONISTI NELLE SOCIETÀ PROFESSIONALI E SUL TAVOLO COMUNE PER GLI UFFICI DEI GIUDICI DI PACE E PER LA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA.* DE TILLA, OUA: “PURTROPPO È NETTA LA CHIUSURA DEL MINISTRO SULLA RICHIESTA DI ABROGAZIONE DELL’ARTICOLO 9 SULLE TARIFFE. MA LE ALTRE DUE NOSTRE RICHIESTE HANNO AVUTO UNA FORTE ATTENZIONE”


COMUNICATO STAMPA O.U.A.


L’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), la rappresentanza politica degli avvocati italiani, ha incontrato oggi (9.2.2012) alle 14 il ministro di Giustizia Paola Severino, insieme al Cnf e alle associazioni forensi. Per l’Oua erano presenti il presidente Maurizio de Tilla e il vice presidente, Nicola Marino.

Alla fine della riunione il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla ha mostrato soddisfazione per il dialogo instaurato con il Ministro Severino, pur confermando le ragioni di preoccupazione degli avvocati italiani per i reiterati interventi sulla giustizia e sulle cosiddette liberalizzazioni selvagge: «Un incontro di grande franchezza e decisamente positivo, con una seria volontà di confronto mostrata dal ministro, alla quale abbiamo spiegato le ragioni del nostro sciopero del 23 e 24 febbraio e della convocazione del Congresso Straordinario a Milano il 23 e 24 marzo».

«L’Esecutivo Monti – spiega il presidente Oua - ha sbagliato direzione, così come hanno fatto in passato anche altri Governi, sia per quanto riguarda le liberalizzazioni, confondendo il ruolo costituzionale dell’avvocato e il diritto di difesa con le regole della concorrenza, sia per quanto riguarda il riordino del sistema giudiziario, la riduzione della lunghezza dei processi, del contenzioso arretrato e il recupero di competitività del Paese. Al Guardasigilli abbiamo anche avanzato delle richieste concrete La prima relativa al nodo della tariffe. È stato un errore disattendere integralmente una norma, concertata con le rappresentanze di categoria, cioè l’art. 3 comma 5 della manovra economica bis, che risolveva, in parte, i problemi di ammodernamento del settore e consentiva di avere un riferimento certo sia per il cittadino, sia per i giudici nella liquidazione delle spese legali in un processo. Infatti, il compenso prendeva come riferimento le tariffe professionali, ma da queste si poteva anche derogare. In caso di liquidazione giudiziale si prevedeva l’applicazione delle tariffe professionali stabilite con decreto dal Ministro della Giustizia. Un articolo frutto, appunto, di un dialogo, di una mediazione utile e di una volontà di coniugare il principio della tutela del consumatore e quella della garanzia di qualità della prestazione professionale. Questa è stata inopinatamente abrogata con l’art. 9 del decreto legge ”Cresci Italia”, ora in fase di conversione legislativa. La prima conseguenza è che i Tribunali, in assenza di una fase transitoria, rischiano di finire nel caos. Infatti, per fare esempio concreto, un giudice a Cosenza ha già rinviato la norma alla Corte Costituzionale. La nostra perentoria richiesta è quella di eliminare questa disposizione di legge, ripristinando così le regole precedenti già concordate. Purtroppo su questo punto il Guardasigilli ha mostrato una netta chiusura».
Sempre sul capitolo liberalizzazioni arriva la seconda richiesta. Il presidente dell’Oua, ricordando al Guardasigilli anche il consenso trasversale incontrato con diverse forze politiche sulla richiesta di eliminazione dei soci di capitale e non professionisti nelle società professionali, ha ribadito: «Questa norma è un attacco all’autonomia dell’avvocato, forti i possibili conflitti di interesse, nonché i rischi di infiltrazioni mafiose per il riciclaggio del denaro sporco. Chiediamo che si abroghi e il ministro ha mostrato grande disponibilità ad affrontare la questione».

L’Oua, infine, non ha mancato di contestare diversi provvedimenti varati in queste ultime settimane, tra questi l’accorpamento degli uffici dei giudici di pace e la soppressione di tribunali minori e sezioni distaccate. Su questo ultimo nodo il presidente dell’Oua ha proposto che si convochi un Tavolo con tutti gli operatori del settore per evitare «scelte sbagliate e fuorvianti che invece di portare alla riduzione degli sprechi contribuiranno alla rottamazione del sistema-giustizia. Il ministro anche su questa questione ha confermato una forte volontà di confronto»
de Tilla, quindi, ha invocato una netta correzione di rotta sulla giustizia civile: «La media-conciliazione obbligatoria varata dal precedente Esecutivo è fallimentare, non funziona, non ha effetti deflativi, non piace agli italiani. Un sistema basato sull’obbligatorietà, oltretutto unico in Europa, e incostituzionale e sul quale attendiamo fiduciosi la pronuncia della Corte Costituzionale probabilmente entro il prossimo marzo, nonché della Corte di Giustizia Europea. Crediamo che sia giunto il momento di andare avanti, intanto slittando l’entrata in vigore delle due materie ora escluse, incidenti stradali e condomini (Terza richiesta), poi mettendo fine a questo esperimento». E auspicato che si «avvii finalmente quella riforma forte della macchina giudiziaria italiana di cui il Paese ha un gran bisogno, puntando sulla riorganizzazione degli uffici, sull’estensione dei processo telematico e delle prassi positive già in funzione in molte realtà (Torino), sull’autogestione delle risorse e il ricorso ai manager, sul riordino della geografia giudiziaria, puntando principalmente sui tribunali tecnologici, nonché investendo su efficaci meccanismi volontari ed endoprocessuali di risoluzione extragiudiziale dei conflitti».

Roma, 9 febbraio 2012
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