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* REVISIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI GIUDIZIARIE - IN ATTESA DEI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO A MILANO IL PRESIDENTE LIVIA POMODORO SOPPRIME LE SEZIONI DISTACCATE. A SALERNO LA PARTITA RIGUARDA MOLTO DA VICINO SALA CONSILINA ED EBOLI.
In tutta Italia c'è attesa per le decisioni che il Governo assumerà sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. A Milano il Presidente del Tribunale, decisionista, con decreto, ha limitato le competenze delle sezioni distaccate. C'è un'analogia con Salerno. Milano ha una maxi sezione staccata che è quella di Rho, con numeri da Tribunale autonomo. Salerno ha Eboli. Stessi numeri stessa inutile attesa. Invece dell'autonomia arriverà la soppressione? Molti auspicano, altrettanti si oppongono. Sarà il Governo a decidere. Al ministero della Giustizia lavora la commissione istituita dal Ministro Nitto Palma e, per ora, confermata anche dalla Ministra Sanseverino. Alla direzione Generale dell'organizzazione giudiziaria, da cui dipende la commissione, lavora anche l'avv. Nino Marotta, Vice Direttore Generale, il quale - sebbene accerchiato dai colleghi del Foro- non si sbilancia. Nel frattempo arrivano voci di tempesta per Sala Consilina: tutti consapevoli di una inevitabile soppressione, contrarissimi gli Avvocati del prestigioso Foro che accolse L'Avv. Alfredo De Marsico. Battaglia senza speranze? Come quella di Eboli? Sotto la spinta delle emergenze economiche e finanziarie non c'è più spazio per rivendicazioni che pur legittime, contrastano con la legge delega approvata a luglio; non valgono le legittime attese delle popolazioni e le legittime richieste di sindaci e amministratori locali. L'imperativo è chiudere. A Salerno il Presidente del Tribunale Ettore Ferrara, raccogliendo una pesante eredità di ritardi ed inefficienze, mette in campo la sua esperienza manageriale maturata al ministero e poi al DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) ma i problemi sono tanti ed il personale scarso. Per la sezione di Eboli, dove aumenta la carenza di cancellieri, non ci sono risorse, così appare indispensabile riportare a Salerno almeno le espropriazioni immobiliari; poi si vedrà, quando si incomincia ad accentrare poi si può continuare, con altri gruppi omogeni di cause, come consente la legge sull'ordinamento giudiziario, applicata anche a Milano. Così le inefficienze, gli squilibri, le disfunzioni finiscono per vincere sulle possibilità di razionalizzazione e ridistribuzione delle risorse. Se i cancellieri non possono andare nelle sezioni, allora le sezioni andranno dai cancellieri. Ma Salerno è pronta all'accoglienza? Sono momenti difficili. Gli orticelli che il Presidente Luigi Mastrominico, predecessore di Ferrara, si era imposto di chiudere, ribadendone in pubblico più volte l'esigenza,
sembrano ancora intoccabili. E' più facile spostare un magistrato che un commesso. E cosi se la montagna non va a Maometto...... * * * Milano, 28 novembre 2011 - C'erano proprio tutti. Due sindaci - Roberto Maviglia di Cassano d'Adda e Pietro Romano di Rho -, un vice sindaco - Maurizio Cozzi di Legnano - e 300 avvocati hanno “invaso” questa mattina il palazzo di giustizia di Milano per protestare contro la chiusura di fatto delle sezioni distaccate di Legnano, Rho e Cassano d’ Adda con il trasferimento a partire dal primo dicembre di tutti i fascicoli penali e di quasi tutte le cause civili nella sede centrale del tribunale di Milano. Si tratta di un provvedimento firmato dal presidente del tribunale Livia Pomodoro lo scorso 26 ottobre con il parere favorevole del consiglio giudiziario e motivato con le “ormai endemiche e sempre più rilevanti carenze di organico in cui si trova il tribunale di Milano nel suo complesso, a causa della mancata copertura dei posti messi a concorso” ed emesso per rispondere “sia a esigenze di maggiore efficienza, sia a esigenze di risparmio economico e di razionalizzazione dell’amministrazione della giustizia”. Le associazioni forensi lamentano di non essere state ricevute da Pomodoro, che non era in ufficio, e di essere state allontanate dai carabinieri. Hanno comunque rifiutato la proposta di incontrare il braccio destro della Pomodoro, Roberto Bichi, e sono state ricevute dal presidente della corte d’appello Giovanni Canzio e dal procuratore generale Manlio Minale e ora stanno raggiungendo il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati. Ad avviso di Cozzi, “la signora Pomodoro se ne frega dei cittadini” perché in questo modo “viene meno il servizio di giustizia per i 750mila cittadini interessati, nonché per le 52mila imprese attive”.
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