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* O.U.A. - VII CONFRENZA NAZIONALE DELL'AVVOCATURA - ROMA 25 E 26/11/2001 * IL DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALL'ASSEMBLEA *
Due giorni di lavori assembleari contrassegnati da una spasmodica attesa di notizie. Dai palazzi governativi filtrano poche ed incontrollate voci. Gli avvocati chiamati a Roma, e riuniti nelle sale dell'Hotel Cavalieri, chiedono conferme sui provvedimenti che il prof. Monti sta studiando con i suoi collaboratori. L'impegno di Catricalà in queste ore è avvertito da tutti come un triste presagio di misure 'punitive' per l'avvocatura. Si teme vengano riproposti provvedimenti di rifoma di ordine, accesso, assistenza tecnica che significherebbero la fine dell'avvocatura come è stata fin'ora conosciuta. De Tilla prova a rassicurare richiamando il messaggio del capo dello Stato che ha sottolineato la funzione costituzionale dell'Avvocato. Ma non basta. Alla fine viene approvato il documento, pubblicato di seguito, che richiama battaglie perse e comunque da riprendere. Richieste di confronto cui il Governo sfugge. Molti invocano dimissioni che poi vengono esorcizzate ed allontanate: un esercito che scende sul campo di battaglia, non può, prima dell'alba della pugna, cacciare i suoi condottieri. Ci sarà tempo e luogo, ora si riprenderà la lotta. Ma la convocazione di un altro congresso straordinario evoca venti di cambiamento che, se non arriveranno le rispote attese, si trasformeranno presto in tempesta, in tornado travolgente. La base diventa sempre più insofferente, i giovani chiedono più spazio, le propettive si riducono. De Tilla nel suo intervento ha evocato lo spettro della povertà. " Siamo poveri" ha detto per sottolineare le difficoltà, anche economiche, in cui si dibatte la classe forense del terzo millennio. Ma questo stride con il luxury hotel che ospita la convention. Chi potrà mai credere al pianto. La VII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura Italiana, PREMESSO a) Che l’Avvocatura è impegnata con costanza e lealtà nella difesa dei diritti dei cittadini e, particolarmente, della Giustizia, quale fondamento della pace sociale, valore previsto e garantito dalla Carta Costituzionale; b) Che in tale ottica tutte le componenti dell’avvocatura si sono costantemente impegnate a collaborare con il legislatore e l’esecutivo con lo scopo di individuare le iniziative atte a modernizzare il sistema ordinistico e adeguare l’agibilità della macchina giudiziaria nella direzione del recupero dell’efficienza, dell’economicità e dell’agibilità; c) Che, in funzione di tale obiettivo e della individuazione delle proposte da formularsi ai poteri esecutivo e legislativo, è stata indetta la conferenza nazionale; d) Che l’Avvocatura italiana, nel corso dei lavori del 25 e 26 novembre, ha preso atto dei reiterati attacchi alla centralità della giustizia nell’ organizzazione sociale, concretizzatisi anche mediante la limitazione della libertà e indipendenza dell’esercizio della professione legale; e) Che, tuttavia, ha espresso nuovamente la ferma volontà di confronto con l’ esecutivo e le forze politiche, nonché di leale collaborazione ai fini dell’ adozione delle misure, anche legislative, atte allo scopo; PRESO ATTO 1) Della mancata convocazione da parte del nuovo esecutivo dei vertici dell’ Avvocatura per procedere all’esame dello stato attuale della Giustizia e l’ analisi dei provvedimenti da adottarsi; 2) Della necessità che tale confronto sia immediato al fine di adottare i provvedimenti più urgenti; 3) Della dichiarata condivisione delle posizioni dell’avvocatura, qui espressa dai rappresentanti di tutte le forze politiche; CHIEDE A) Al Capo dello Stato, quale supremo garante della Costituzione, il quale in occasione del XXX Congresso Nazionale forense di Genova ha scritto che: ” L’ Avvocatura costituisce una componente peculiare dello Stato di diritto perché a essa spetta l’insostituibile funzione di assicurare un a efficace tutela dei diritti fondamentali della persona”, per impedire l’adozione di provvedimenti che si pongano in contrasto con i principi della Carta costituzionale, del Trattato di Lisbona e della Carta dei Diritti dell’Uomo a tutela della libertà dei cittadini e dell’indipendenza dell’Avvocatura, che esercita una attività che costituisce professione intellettuale e non attività di impresa o mercantile; B) Al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia e ai Presidenti di Camera e Senato di convocare ad horas l’Avvocatura italiana, rappresentata dalle componenti nazionali istituzionali, politiche e associative; C) All’Oua, al CNF e alla Cassa di Previdenza di insistere perché si instauri con il nuovo Governo un immediato e serrato confronto sui temi di cui innanzi e di assumere, in mancanza di riscontro alle sollecitazioni di cui sopra, legittime iniziative di protesta, con invito a tutti gli iscritti agli Ordini, esercenti funzioni di VPO, giudici di pace, GOT, giudici tributari, componenti dei Consigli giudiziari a rinunciare all’esercizio delle funzioni; D) Di attuare su tutto il territorio nazionale uno stato di agitazione a tempo indeterminato con manifestazioni pubbliche, locali e nazionali, e mediante la indizione di tutte le legittime forme di protesta, anche le più dure e radicali, per la mancata considerazione della Giustizia e della difesa come un diritto dei cittadini; E) Di convocare un Congresso straordinario dell’Avvocatura all’esito delle suindicate istanze. Roma 26.11.2011
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