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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* GIUSTIZIA, UN GIUDICE DI PACE DI MERCATO SAN SEVERINO (SA) RINVIA UN PROCEDIMENTO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA SOLLEVANDO NUMEROSE QUESTIONI DI ILLEGITTIMITA’ DELLA MEDIACONCILIAZIONE.
Sezioni: PRIMA FILA
Data di pubblicazione 27/09/2011
MAURIZIO DE TILLA, OUA: “È IL SECONDO CASO DI RINVIO ALLA CORTE EUROPEA IN UN MESE, IL PRECEDENTE A PALERMO. IN QUESTO CASO LE MOTIVAZIONI DEL GIUDICE DI PACE RECEPISCONO TUTTE QUELLE AVANZATE DALL’OUA. IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA NON PUÒ CONTINUARE A FARE FINTA DI NIENTE, SI RICHIA IL CAOS NELLA GIUSTIZIA CIVILE”.

COMUNICATO STAMPA O.U.A.

A Mercato San Severino (Salerno) il giudice di Pace, Nicola Lombardi, ha rinviato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea un procedimento denunciando la illegittimità della mediaconciliazione
obbligatoria. Il giudice di Pace pone quesiti precisi alla Corte, che di fatto
accolgono i rilievi avanzati più volte dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura e che in parte
erano presenti anche nel rinvio dell’agosto scorso della sezione distaccata del Tribunale di
Palermo (di seguito lo stralcio, in allegato il documento integrale).
Per Maurizio de Tilla, presidente Oua: «È significativo questo ennesimo rinvio alla Corte europea, è il
secondo caso in un mese (il precedente era stato a Palermo), in questo procedimento, però, le
motivazioni del Giudice di Pace sono ancora più ampie e sono analoghe a quelle già avanzate dall’Oua e
che sono anche oggetto di prossimo esame della Corte Costituzionale».
«Il giudice di Pace – spiega de Tilla - pone quesiti chiari, sui limiti illegittimi all’accesso alla giustizia per i
cittadini, facendo riferimento alla normativa europea. Si mettono in rilievo i costi troppo onerosi
(almeno due volte di quelli di un normale processo e come recita l’ordinanza: “… la sproporzione
aumenta esponenzialmente con l’aumentare del valore della controversia…”), l’eccessiva lunghezza
della procedura di mediazione, l’eventualità che il giudice possa desumere nel seguente giudizio
argomenti di prova a carico della parte che non ha partecipato alla mediazione senza giustificato
motivo, la possibilità che il mediatore possa formulare una proposta di conciliazione in assenza del
consenso delle parti, la probabile moltiplicazione dei procedimenti di mediazione, con il conseguente
moltiplicarsi dei temi di definizione della controversia. Tutte questioni poste a suo tempo dall'Oua al
Ministero della Giustizia, ma rimaste inevase».
«Riteniamo – conclude de Tilla - che questo tipo di decisioni da parte dei Tribunali e dei giudici di pace
aumenteranno, e che sarebbe quindi opportuno che il Ministero della Giustizia intervenisse, invece di
mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi. La giustizia civile rischia di andare incontro al caos, a
scapito dei cittadini. Lo ripetiamo ancora una volta, la mediaconciliazione obbligatoria non è in linea
con la nostra Costituzione, né con la normativa europea».
Roma, 27 settembre 2011
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