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*MANOVRA FINANZIARIA: REVISIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI GIUDIZIARIE. A RISCHIO PICCOLI TRIBUNALI, SEZIONI DISTACCATE E GIUDICI DI PACE.
Il Ministro della Giustizia Nitto Palma è deciso a procedere speditamente alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. La delega ricevuta con la legge di conversione approvata il 7 settebre dal Senato in prima lettura, sarà sicuramente confermata dalla Camera. Si apre dunque un capitolo decisivo per il futuri del nostro sistema giudiziario. La intangibilità della geografia degli uffici costituisce l'ostacolo si cui si sono infranti gli sforzi di tutti i Guardasigilli che si sono alternati negli ultimi lustri al dicastero di via Arenula; e ciò nonostante l'unanime convinzione che qualsiasi progetto per ridare efficienza al sistema giudiziario debba risolvere prima il problema della rimodulazione degli uffici terrioriali. Il circondario di Salerno è esempio nazionale di inefficienza e spreco di risorse su un vasto territorio con cinque sezioni distaccate, non tutte inispensabili, e tutte con gravi carenze organizzative. In questo quadro però nessuno si attendeva un intervento sugli Uffici del Giudice di Pace. C'è da dire però che anche questi non sono un esempio di buon funzionamente. Salerno specialmente presenta gravi disfunzioni. Per vedere la delega veramente attuata sarà comunque necessario un sforzo congiunto di tutte le componenti del mondo giudiziario, e naturalmente della politica locale che dovrebbe abbandonare il campanilismo per consentire una realistica riorganizzazione dei servizi sul territorio. Pubblichiamo un articolo ripreso da Italia oggi. In allegato il testo della legge di conversione del D.L. 138/2011. In I giudici di pace: a rischio chiusura 681 uffici su 846 Le reazioni A rischio chiusura 681 uffici dei giudici di pace non circondariali sugli 846 esistenti. Lo afferma l'Associazione nazionale giudici di pace, che protesta vivamente contro il contenuto dell'emendamento alla Manovra approvato ieri dal Senato. Perché una revisione della geografia giudiziaria e degli uffici dei giudici di pace «ha un senso solo se legata ad una contemporanea riforma dello status dei magistrati di pace», afferma il presidente, Vincenzo Crasto, «altrimenti c'è il rischio di affossare l'unico presidio giudiziario che funziona in Italia». Secondo l'Associazione, infatti, oltre il 50% del contenzioso civile pende dinanzi ai magistrati di pace, che definiscono oltre due milioni di procedimenti annui in tempi estremamente celeri: «In media, caso unico in Italia, un processo dura meno di un anno, mentre solo il 5% della sentenze emanate nel settore civile è oggetto di impugnazione», sottolinea Crasto. «La riforma della magistratura onoraria è attesa da oltre un decennio», continua l'Associazione, «ed è invocata a gran voce dagli operatori della giustizia». I giudici di pace, infine, si rendono disponibili a un aumento delle competenze. «Ad esempio», spiega il presidente, «nel civile aumento delle competenze per valore fino a 20/25 mila euro, attribuzione della materia condominiale; dell'esecuzione mobiliare; delle separazioni consensuale in mancanza di figli ed in materia penale attribuendo la gran parte o la totalità dei reati contravvenzionali, trasferendo all'atto dell'entrata in vigore della norma da subito al magistrato di pace le cause le cause pendenti dinanzi al tribunale». Il Consiglio nazionale forense resta critico riguardo al metodo adottato dal governo per intervenire sul settore giustizia, come riferito dal presidente, Guido Alpa, nella lettera inviata alla categoria il 15 agosto scorso. Mentre nel merito, sulle circoscrizioni giudiziarie, il plenum del Cnf ha istituito una commissione interna per raccogliere autonomamente i dati e verificare quelli in possesso del ministero della giustizia. Continua, poi, la dura protesta dell'Organismo unitario dell'avvocatura, che domani tratterà la questione nel corso dell'assemblea dei delegati. Secondo il presidente, Maurizio de Tilla, l'emendamento sulla giustizia è «incorretto sotto il profilo costituzionale, in quanto introdotto su una materia estranea al decreto legge solo in sede di conversione». «Tra le possibili ricadute», spiega, «la chiusura di oltre 50 tribunali e l'accorpamento delle procure, con tutto ciò che consegue sul territorio anche in termini di legalità e di tenuta del servizio giustizia». De Tilla ha poi espresso contrarietà alla modifica del dlgs sulla mediazione obbligatoria. A parere del presidente dei giovani avvocati dell'Aiga, Giuseppe Sileci, invece, «per ciò che concerne le circoscrizioni giudiziarie, non appare coerente la decisione di sopprimere i giudici di pace ritenuti inefficienti e, contemporaneamente, prevederne il loro mantenimento se i Comuni ove essi hanno sede si faranno carico dei costi amministrativi. Se una spesa pubblica è inutile, lo è sempre». Gabriele Ventura Data: 08/09/2011 Fonte: ITALIA OGGI
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