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* PROFESSIONI SOTTO ATTACCO. NELLA MANOVRA AGGIUNTIVA TREMONTI PREVEDE "PIENA LIBERALIZZAZIONI DELLE PROFESSIONI"
Tanto tuonò che piovve. La manovra aggiuntiva che il Governo si appresta a varare dopo Ferragosto “prevederà anche misure per accelerare la crescita e dunque piena liberalizzazione dei servizi pubblici e le professioni, con l'applicazione della normativa europea”. Ad annunciarlo è stato oggi pomeriggio il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti nel corso della sua audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato, nel corso della quale il responsabile dell'economia snocciola 'i suggerimenti' della Bce nella famosa lettera inviata al governo italiano. E con Tremonti si sono schierati i rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione. Il leader del terzo polo, Pierferdinando Casini, che ha auspicato, tra le altre, vaste liberalizzazioni, dai servizi pubblici locali, alle farmacie, alle professioni. C.U.P. “Nelle scelte strategiche coinvolgere anche il mondo professioni - scrive la presidente del Cup e del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, in una lettera aperta, chiedendo a tutte le categorie professionali di dare prova di grande coesione interna ed esterna, oltre che di capacità progettuali che dovranno tradursi in un Manifesto comune delle professioni al servizio del Paese. “I temi – sottolinea - in discussione sono di grande importanza per il futuro del Paese e il Comitato unitario degli Ordini e Collegi professionali ha fatto espressa richiesta di essere convocato per poter offrire la piena collaborazione per rendere effettive e condivise le riforme. Si è ritenuto che, al di là della riforma delle professioni, il coinvolgimento degli ordini professionali - spiega - possa assicurare al consesso l'apporto di organismi indipendenti e imparziali, il cui unico scopo è il benessere della collettività. Le intenzioni del governo sembrano dirigersi verso la non apertura della riunione a chi non è firmatario dei contratti collettivi. La risposta, seppur tecnicamente corretta, non ci soddisfa visto che i temi in discussione esulano dal mero contesto della rappresentanza sindacale per andare invece a toccare quelle che saranno le scelte strategiche per l'Italia a cui riteniamo debbano contribuire tutti gli attori sociali e istituzionali". C.N.F. Un altolà a un intervento sulle professioni arriva dal Consiglio nazionale forense. “Ogni proposta per rimediare alla drammatica congiuntura economica in cui si trova il Paese deve tener conto della situazione dei professionisti al pari di quella delle imprese. Il lavoro indipendente ha subito gravi contrazioni e non ha ancora potuto contare su sussidi e incentivi”, avverte il presidente del Cnf, Guido Alpa. E i rimedi alla crisi finanziaria e al risanamento del debito pubblico “non hanno alcun rapporto con gli ordini professionali che assicurano la legalità la qualità e la sicurezza nell'esercizio delle professioni. La solidarietà e l'impegno dovuti da tutti in queste circostanze non possono richiedere ai professionisti - sottolinea Alpa - il sacrificio di rinunciare alla liberta di organizzazione e non possono travolgere le basi delle professioni intellettuali protette dalla Costituzione nell'interesse dei cittadini”. CONSIGLIO NOTARIATO. Un no a una selvaggia deregulation professioni nel calderone dell’emergenza arriva da Giancarlo Laurini, presidente del Consiglio nazionale del Notariato. "Svecchiare le professioni - afferma il numero uno del notariato - non può essere uno slogan da utilizzare strumentalmente per annegare nel calderone dell'emergenza economica una selvaggia deregulation delle professioni italiane, omologate con non molta precisione all'attività di impresa, e sovrapponendo svecchiamento e liberalizzazione. Si tratta infatti - spiega - di prospettive diverse, rispetto alle quali il mondo professionale italiano si prepara a concludere il confronto con il mondo politico-isituzionale, giungendo finalmente a un ammodernamento rispondente ai reali interessi del paese. Discutiamo dunque serenamente di ammodernamento, semplificazione e rispetto delle regole nell'interesse del paese, senza bruciare sull'altare del principio per il quale la deregulation tout court delle professioni contribuisce a superare l'emergenza economica - sottolinea - un confronto che può concludersi proficuamente, come l'opinione pubblica si attende da anni". Geologi. “Cosa accadrebbe in questo Paese con forte dissesto idrogeologico se ad occuparsi del territorio fossero figure professionali non ben definite? – si chiede Gian Vito Graziano , Presidente del ConsiglioNazionale dei Geologi. “ In un momento come quello attuale – prosegue Graziano – in cui c’è bisogno di avere maggiore presenza della figura del geologo nelle istituzioni , si tenta di dare un colpo di spugna alle professioni con terribili ricadute sulla sicurezza dei cittadini. Cosa accadrebbe in questo Paese se, a seguito della liberalizzazione delle professioni, in una situazione così complessa dal punto di vista del dissesto idrogeologico ad occuparsi del territorio non fossero i geologi ma figure professionali non ben definite? Il geologo è fondamentale per la conoscenza del sottosuolo e del territorio”. Confprofessioni. Apre, ma con molta cautela, alle liberalizzazioni Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni che chiede un "tavolo ad hoc per discutere nel merito di queste riforme. Siamo disposti a un'apertura – dice Stella - ma diciamo no a decisioni calate dall'alto ". Insomma, sì a liberalizzazioni, ma sotto controllo". Vista la delicatezza del tema, "che riguarda non solo i professionisti ma anche i cittadini utenti dei loro servizi", Stella chiederà "anche alle parti sociali che parlano di queste cose senza sapere nulla del ruolo delle professioni, di aprire un tavolo specifico che discuta di liberalizzazioni". L'obiettivo è quello, conclude "di prendere decisioni che non puniscano i professionisti e non portino a dequalificare servizi e prestazioni". O.U.A Per Maurizio de Tilla , presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, “è grave l’appiattimento del Governo sulle posizioni delle Imprese nella campagna di aggressione alle libere professioni, un settore già gravemente colpito dalla crisi economica e dalla precarietà. Altro che casta siamo oltre 2 milioni. È bene sottolineare – continua - che l’ultima manovra economica ha previsto un’Alta Commissione per studiare ulteriori provvedimenti di deregulation delle libere professionali, con un meccanismo già fortemente discriminatorio che scatterà automaticamente dopo 8 mesi dall’approvazione della legge. Non comprendiamo quindi possibili aperture a un dialogo sotto la costante minaccia di interventi punitivi. Vogliamo ricordare che un segmento ampio dell’avvocatura, la più giovane, non arriva ai 10mila euro annui di reddito e che la categoria forense conta già oltre 230mila avvocati. La strada per rilanciare il sistema Italia non passa per le ricette “turbo- iberiste”, ma da un sano riformismo e dal consenso sociale”. Consumatori. Pieno appoggio a quelle proposte del ministro in tema di liberalizzazione delle professioni, arrivano da Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum. “Basta attendismo – dice il presidente dell'Int, Riccardo Alemanno - in un momento di crisi economica e finanziaria, dettato soprattutto da logiche speculative, è dannoso il prolungarsi dell'immobilismo decisionale. Ci sono aree di intervento immediato che abbiamo segnalato più volte come razionalizzare i costi per l'acquisto di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione, tagliare profondamente i costi della politica e delle istituzioni, attuare un nuovo piano di privatizzazione delle grandi società apartecipazione pubblica, escludendo quelle relativi a servizi primari, intensificare il controllo sulle società a partecipazione pubblica e sugli incarichi degli amministratori pubblici e nelle società di diritto privato; dismettere il patrimonio pubblico immobiliare non produttivo o non asservito a pubblica utilità, acquisire di risorse dalle fasce di evasione per la creazione di fondi per soggetti deboli, liberalizzare i servizi professionali salvo quelli costituzionalmente garantiti , ridurre i costi da burocrazia per i contribuenti ed imprese”. Data: Giovedi 11 Agosto 2011 |