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* OGGI 23.6.2011 MANIFESTAZIONE O.U.A. A NAPOLI. ASTENSIONE DALLE UDIENZE. GLI AVVOCATI CONTESTANO IL PIANO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA.
Giustizia, le toghe contestano il piano Alfano. Oggi sciopero nazionale della classe forense contro la normativa sulla mediazione civile: l‟Organismo unitario rilancia la protesta sulle misure previste dal Guardasigilli per smaltire l‟arretrato. A Napoli stamane assemblea nell‟Arengario del Nuovo Tribunale Oggi la giustizia si ferma in tutta Italia: gli avvocati incrociano le braccia contro la normativa sulla mediazione civile obbligatoria (in vigore da marzo scorso) e per chiedere “finalmente riforme utili – come si legge in una nota diffusa dall‟Organismo unitario dell‟avvocatura (Oua) – per rendere la nostra macchina giudiziaria efficiente e celere per i cittadini”. La maggioranza della classe forense ritiene inadeguato ed emergenziale il piano per lo smaltimento dell‟arretrato presentato nei mesi scorsi dal ministro Guardasigilli Angelino Alfano. “Ipotizzare di rottamare le cause senza alcun criterio di qualità – sostiene l‟Oua – vuol dire aggiungere al danno anche la beffa per i cittadini, magari dopo tanti anni di attesa per ottenere giustizia”. Di questi temi si discute stamane nella manifestazione organizzata a Napoli dall‟Organismo unitario dell‟avvocatura e che si tiene nel salone Arengario del Nuovo palazzo di giustizia al Centro direzionale. All‟assemblea sono attesi oltre duemila avvocati in rappresentanza degli Ordini e delle associazioni forensi di tutta Italia. E il presidente dell‟Oua, Maurizio de Tilla, non lesina le critiche alle iniziative avanzate dal ministro della Giustizia: “Oltre alla svendita della giustizia civile mediante la mediaconciliazione obbligatoria – spiega – assistiamo anche alla presentazione di progetti ministeriali che hanno come unico scopo la rottamazione dell‟arretrato: non sono, infatti, accettabili tanto l‟introduzione generalizzata del principio della sentenza con motivazione a pagamento, quanto la previsione dei famigerati „ausiliari‟ del giudice, da selezionare tra avvocati dello Stato e giudici in pensione, con meno di 75 anni. Ma non è condivisibile neppure – continua il numero uno dell‟Oua – la proposta di ricorrere a diecimila avvocati, senza nessun chiaro criterio di selezione che sia basato sul rigore e la qualità e senza che siano previsti specifici parametri di incompatibilità”. Nella iniziativa di legge ministeriale che circola da mesi, ora all‟esame del Parlamento e “sempre in procinto di entrare in qualche decreto – ribadisce de Tilla – si continua ad affrontare il problema cercando il consenso facile e qualche titolo sui giornali”. L‟Organismo unitario, invece, rilancia la proposta di diffondere su tutto il territorio italiano le “buone prassi” già in uso in alcune sedi giudiziarie e di prevedere il ricorso a figure manageriali per la gestione degli uffici. |