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* IERI 8 GIUGNO L’O.U.A. IN COMMISSIONE GIUSTIZIA AL SENATO. SENTITI I VERTICI DELL'AVVOCATURA SUI DDL DI MODIFICA DELLA MEDIACONCILIAZIONE OBBLIGATORIA.
MAURIZIO DE TILLA, OUA: “POSIZIONE COMPATTA DELL’AVVOCATURA: NO A SOLUZIONI COMPROMISSORIE E NO ALL’OBBLIGATORIETÀ DELLA MEDIACONCILIAZIONE, SÌ ALLA TUTELA DEI CITTADINI. PIENA ADESIONE ANCHE DELL’ANM ALLE POSIZIONI DEGLI AVVOCATI. CHIEDIAMO L’IMMEDIATA SOSPENSIONE DELLA MEDIACONCILIAZIONE E L’APPROVAZIONE URGENTE DEI DDL BIPARTISAN”
COMUNICATO STAMPA
Si è da poco conclusa l’audizione ( ndr ieri 8/6 alle ore 18.30 circa) con la Commissione giustizia del Senato nell'ambito dell'esame dei disegni di legge nn. 2329 e 2534, in materia di nuova disciplina della mediazione e della conciliazione. Per l'Organismo Unitario dell'Avvocatura italiana (Oua) la delegazione era composta dal presidente, Maurizio de Tilla, dal vicepresidente Nicola Marino e dai componenti di Giunta, Agostino Maione e Roberto Nicodemi. Sono intervenuti: il Cnf (Alpa, Florio), l’Aiga (Volanti), l’Unione Camere Civili (Menoni) e per la magistratura, l’Anm (Palamara e Sica). Per il Governo era presente il sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati. La riunione è stata presieduta dal presidente Berselli, presenti il senatore Mugnai e i senatori Benedetti Valentini e Della Monica, questi ultimi presentatori dei ddl. Per Maurizio de Tilla, presidente dell’organismo unitario di rappresentanza politica dell’avvocatura, «l’audizione è stata particolarmente importante. Abbiamo esposto le ragioni degli avvocati al presidente Filippo Berselli, al senatore Franco Mugnai nonché, chiaramente, ai presentatori dei due ddl, Benedetti Valentini e Della Monica. Sono stati fissati alcuni punti fermi che rispondono alle preoccupazioni dei cittadini e alla volontà dell’avvocatura, che è compatta su questa posizione: cioè l’abrogazione dell’obbligatorietà e il rifiuto di una giustizia di fatto svalutata e privatizzata. Sulle posizioni espresse dagli avvocati pieno sostegno anche dall’Associazione Nazionale Magistrati. Questo sistema di media-conciliazione si deve modificare e la strada è l’approvazione urgente dei disegni di legge presentati in modo bipartisan dal sen. Benedetti Valentini e dalla sen. Della Monica (e altri), già in sede legislativa, nelle more chiediamo anche la sospensione del decreto legislativo» Il presidente dell’Oua ha, quindi, sottolineato come i ddl all’esame della Commissione Giustizia intervengano su questioni cruciali: «Evitano l’illegittima limitazione all’accesso alla Giustizia, che comporta oltretutto per il cittadino notevoli costi non giustificati – spiega de Tilla - eliminano l’obbligatorietà, sanano la mancata previsione dell’assistenza necessaria dell’avvocato, prevedono criteri legali per l'individuazione della competenza territoriale. Definiscono norme più stringenti per evitare le speculazioni e garantire la terzietà, indipendenza e imparzialità dei mediatori e degli organismi di mediazione: un dato che già emerge da questi primi mesi di esperienza è l’esistenza di più di 400 sedi di società di capitali, abilitate a svolgere un ruolo nella conciliazione, che non possono assicurare i requisiti di trasparenza prima citati». «Siamo a un punto di svolta - conclude de Tilla – il Parlamento ascolta la voce compatta della società civile, dei cittadini e degli operatori della Giustizia, dagli avvocati ai magistrati. Confermeremo, quindi, il nostro deciso sostegno all’iniziativa parlamentare dei senatori Benedetti Valentini e Della Monica (e di tutti gli altri firmatari). Oggi l’Oua, organismo politico dell’avvocatura eletto dal Congresso, auspica l’urgente approvazione dei disegni di legge e chiede al Governo di sospendere la mediaconciliazione obbligatoria, ma anche di puntare davvero sulla modernizzazione e sul rilancio della qualità della nostra giustizia pubblica anche costruendo, insieme agli avvocati, un diverso ma davvero efficace sistema alternativo di mediazione. L’obiettivo è quello di ridurre così la lunghezza dei processi e recuperare l’1% di Pil che l’Italia perde proprio a causa dei cronici malfunzionamenti della macchina giudiziaria». Roma, 8 giugno 2011 |