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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* La mediaconciliazione è un fallimento Secondo l'Avvocatura i numeri del ministero della giustizia sulla mediaconciliazione obbligatoria dimostrano il fallimento del sistema.
Sezioni: PRIMA FILA
Autore tratto da mondoprofessionisti.ue
Data di pubblicazione 29/05/2011




“Un bluff. Meno di 6mila procedimenti mensili. con una previsione su un anno si arriva a
72mila casi. Il ministro Alfano in dodici mesi con la conciliazione contava di smaltirne circa
500mila”. È Duro il commento di Maurizio de Tilla, presidente dell’organismo di
rappresentanza politica unitaria dell’avvocatura-Oua, sui dati sulla mediaconciliazione
esposti dal ministero della Giustizia al Convegno nazionale dal titolo ”Mediazione: fra
efficienza e competitività”, tenutosi ieri a Roma. “Molto rumore per nulla – attacca de Tilla -
dai dati dichiarati dallo stesso Ministero della Giustizia possiamo fare un piccolo calcolo e
renderci conto del bluff del Ministro Alfano: meno di 6mila procedimenti mensili (in realtà in
un mese e mezzo, dal 21 marzo al 30 aprile) se questa cifra la moltiplichiamo per un anno
arriviamo a 72 mila casi di cui solo il 10-15% approderà a conciliazione. Il resto confluirà
nelle cause da promuovere davanti ai giudici. E secondo il ministero in dodici mesi la
conciliazione avrebbe dovuto smaltire circa 500mila controversie. Non solo: sono 1.336 i casi
definiti e di questi solo 304 (pari al 23,6%) si è concluso con il raggiungimento di un accordo.
Incredibile, un completo fallimento. Non a caso la mediaconciliazione obbligatoria in “salsa
italiana” non esiste in nessun paese europeo. Manifestiamo seria preoccupazione per le spese
ingenti che dovranno sostenere gli Ordini degli Avvocati per insediare le Camere di
conciliazione (fino a 200-300 mila euro) che non potranno essere in alcun modo compensati
con gli introiti della mediaconciliazione ridotta al lumicino senza alcuna prospettiva. Anzi,
con la probabile pronuncia di incostituzionalità da parte della Consulta e censura da parte
della Corte Europea. Un azzardo, quello del Ministro, che non tiene conto dei diritti dei
cittadini ad un libero accesso alla giustizia senza costi preliminari e pericolose procedure
coercitive“.
Sulla linea dell‟Oua le dichiarazioni di Giuseppe Sileci, presidente dell‟Associazione Italiana
Giovani Avvocati (Aiga). "Dopo le dichiarazioni del Ministro della Giustizia – afferma Sileci -
attendiamo di leggere il testo dell'annunciato decreto: in tema di mediazione, auspichiamo che
vengano considerate le perplessità manifestate da mesi dall'avvocatura, soprattutto
sull'obbligatorietà del tentativo di conciliazione, mentre, per ciò che concerne l'arretrato civile, ci
attendiamo che qualunque misura sarà adottata non comprima ulteriormente i diritti dei cittadini e
confidiamo che la soluzione non sia la riedizione delle sezioni-stralcio, avendo questo rimedio già
dato prova in passato di scarsi risultati perché ha consentito di smaltire l'arretrato ben oltre i tempi
programmati e, soprattutto, non ha impedito che si accumulassero nuove giacenze, tanto che oggi è
di nuovo emergenza".
E il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, facendo propria la
proposta di ddl messa appunto dall'Unione Triveneta degli Avvocati con AIAF, AIGA e Camere
Civili (vedi nella sezione "Documenti" di Mp) propone di rivolgersi agli Avvocati. “In caso di
raggiungimento dell' accordo per risolvere in tutto o in parte la controversia, gli Avvocati -
suggerisce Berselli - dovrebbero chiedere l'omologa di tale accordo al presidente del Tribunale
territorialmente competente. Il decreto di omologa – spiega ancora il senatore del Pdl -
costituirebbe titolo esecutivo e titolo per l'espropriazione forzata, per l'esecuzione in forma specifica
e per l'iscrizione di ipoteca giudiziale, così come previsto per il verbale di accordo davanti al
mediatore. In questo modo - sottolinea Berselli - si ridurrebbero i tempi previsti per la mediazione e
le parti non affronterebbero le relative spese”. L'accordo, si legge nel testo dell'emendamento che
verrà presentato a breve, 'deve essere redatto in modo completo, dando esatto conto della materia
del contendere, nei suoi elementi specifici, con la conseguente dichiarazione esplicita dei diritti su
cui s'intende transigere, rinunciare e conciliare. Il presidente del Tribunale potrà, con
provvedimento motivato, rifiutare l'omologa solo nell'ipotesi in cui l'accordo sia contrario all'ordine
pubblico o a norme imperative o riguardi diritti indisponibili. Se il presidente del Tribunale, poi,
riterrà che gli accordi non siano completi o contengano dichiarazioni generiche, si legge ancora
nella proposta di modifica, 'convoca le parti e i loro difensori invitandoli a precisare l'accordo in
modo che sia suscettibile di costituire titolo esecutivo per l'espropriazione forzata, per l'esecuzione
in forma specifica e per l'iscrizione di ipoteca giudiziaria'.
L'accordo omologato sarà esente dalle imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa o diritto
di ogni tipo e natura. Per i compensi corrisposti agli Avvocati - propone Berselli - che hanno
assistito la parte nella negoziazione omologata, è riconosciuto alla parte medesima un credito
d'imposta, fino a concorrenza di 500 euro.
'Pronta arriva la replica di Lorenza Morello Presidente nazionale Apm (Avvocati per la
mediazione). “L'unica cosa che mi sento di replicare al Presidente dell'Oua – dice la Morello - dopo
questa giornata così importante in cui tutti hanno potuto toccare con mano l'efficacia e la
consistenza della riforma del guardasigilli a seguito del convegno romano organizzato al salone
della musica è che conciliazione non significa rivoluzione, ma evoluzione”. Sul fronte dei difensori
della obbligatorietà della conciliazione, anche la Confindustria.
“Senza l'obbligatorietà, la mediazione è uno strumento che non serve – ribatte il presidente di
Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha sollecitato tutte le parti interessate a “uscire da una
logica corporativa per sedersi attorno a un tavolo e trovare un punto di equilibrio”. Il nuovo
strumento della media conciliazione, infatti, per Viale dell‟Astronomia, “è un utile strumento per
deflazionare il contenzioso civile. Forse non risolve il problema - sottolinea Lo Bello - ma è
indispensabile. Questo perché la giustizia lenta penalizza cittadini e imprese”.
Con gli avvocati si schierano i magistrati. Anm ritiene infatti che se da una parte la conciliazione in
materia civile sia una premessa positiva per la deflazione dell'enorme carico arretrato pendente (5,5
milioni di processi), tuttavia sposa le preoccupazioni avanzate dall'avvocatura su almeno due fronti:
“siamo perplessi sull'obbligatorietà della mediazione – sostiene il presidente dell'Anm, Luca
Palamara, - e anche sulla formazione dei mediatori”. Secondo Palamara, “occorre non impedire
l'accesso alla giurisdizione per evitare che l'istituto della mediazione possa diventare un intralcio al
cittadino. Inoltre – aggiunge Palamara - sarebbe bene che il mediatore avesse una formazione
giuridica specifica, laddove si tratta di trattare materie tecniche”. L'Anm, tuttavia, sollecita anche
altri strumenti per rendere il sistema giustizia più efficiente: “L'eliminazione dei piccoli tribunali,
l'informatizzazione degli uffici giudiziari e - conclude Palamara - la necessità di risorse umane e
materiali”.
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