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* DIRITTO DI REPLICA - TRATTO DA IL FATTO QUOTIDIANO DI DOMENIOCA 20/3/2011 * BOTTA E RISPOSTA SULLA MEDIACONCILIAZIONE TRA ADR - MINISTRO della GIUSTIZIA - REDAZIONE * Il quotidiano aveva titolato: “Avvocati in Piazza. Ecco la trappola della mediazione – Dal 20 marzo parte della Giustizia civile sarà amministrata da privati. In una società di mediazione anche la moglie di Alfano”
Sezioni: EVENTI E VARIE
Autore Dalla rassegna stampa OUA
Data di pubblicazione 25/03/2011
Da IL FATTO QUOTIDIANO
Domenica, 20 marzo 2011, pag. 15

Diritto di Replica

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Egregio Direttore, su Il Fatto Quotidiano del 17 marzo leggiamo l’articolo di Eduardo Di Blasi dal titolo “Avvocati in Piazza. Ecco la trappola della mediazione – Dal 20 marzo parte della Giustizia civile sarà amministrata da privati. In una società di mediazione anche la moglie di Alfano”. All’interno dell’articolo il giornalista scrive che l’Avvocato Tiziana Miceli è “tra i mediatori formati” da ADR Center SpA, lasciando intendere al lettore che sia questa la società nella quale l’avvocato sarebbe a qualche titolo coinvolta. ADR Center è nata nel 1998, 12 anni prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 28/2010. (...) Tra l’altro, la categoria del “mediatore formato” (tra virgolette appositamente) non esiste: chi supera un corso di mediazione presso un organismo di formazione accreditato non diviene infatti “mediatore formato”, ma matura unicamente uno dei requisiti necessari per chiedere l’iscrizione presso un organismo di mediazione. Siamo stati molto lieti che l’avvocato Tiziana Miceli abbia scelto il nostro organismo per frequentare il corso per mediatore (...). L’avvocato Miceli non è tuttavia un mediatore accreditato di ADR Center, né ricopre alcun incarico in seno alla società. (...) L’articolo contiene poi diversi errori tecnici: nel caso che avete riportato, al netto del credito d’imposta e della riduzione di un terzo delle indennità nelle materie ove la mediazione è condizione di procedibilità, il costo effettivo per il cittadino sarà di 160 o di 410 euro, a seconda che la mediazione riesca o meno.
Paola Guttaduro,
ADR Center

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Gentile direttore, il Suo giornale ha pubblicato il 17 marzo 2011 un articolo alle pagine 13-14 intitolato: “Avvocati in piazza. Ecco la trappola della mediazione”. Nell’occhiello si sintetizza che “dal 20 marzo parte della giustizia civile sarà amministrata dai privati. In una società di mediazione anche la moglie di Alfa-no”.
Il testo dell’articolo e il titolo contengono palesi inesattezze; l’occhiello, per la parte riguardante mia moglie, è falso. In particolare: 1) la mediazione non è una “trappola” ma un modo di risolvere controversie noto in tutto il mondo e la cui adozione è imposta all’Italia da una direttiva europea; non blocca l’azione civile ma ne impedisce la prosecuzione se non si è tentata la mediazione;
2) i costi della mediazione obbligatoria vengono per legge decurtati di un terzo rispetto ai valori delle tabelle e per il cittadino che non ha mezzi sufficienti è prevista la gratuità della prestazione il cui onere grava sui singoli organismi di conciliazione;
3) Tutti gli organismi sia pubblici che privati sono controllati dal Ministero della Giustizia;
4) ADR Center è un organismo privato presso il quale mia moglie ha frequentato il corso di formazione come tanti altri professionisti, conseguendo il titolo di conciliatore necessario per poter svolgere la mediazione.
Non solo non ha alcun interesse nella società ADR ma non vi è iscritta neppure come conciliatore. Così come non ha alcun interesse in nessun altro organismo avendo deciso di non svolgere questa attività.
Ma di questi suggestivi accostamenti riportati nell’articolo e nel-l’occhiello si occuperà l’autorità giudiziaria ovvero un organismo di conciliazione.
Angelino Alfano,
ministro della Giustizia
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RISPPOSTA:
La necessità di sintesi di un titolo può a volte comprimere quanto correttamente scritto nel testo. Nel merito. 1) La mediazione non è una trappola e la impone l’Ue. Certo. Ma il decreto del governo la pone come via obbligata e non volontaria come è nel resto d'Europa. Nessuno ha affermato che blocchi l’azione civile. Le tipologie individuate (assicurazioni, banche, responsabilità medica in primis) sono di per sé penalizzanti per il cittadino che è obbligato a tentare una mediazione, a spese proprie, contro un soggetto evidentemente meglio strutturato su tematiche che spesso richiedono un’ampia preparazione tecnico-giuridica. 2) I costi della mediazione obbligatoria sono decurtati di un terzo rispetto alle tabelle. Giusto. Invece di mille, nel caso preso ad esempio dall’articolo, sono 666 euro, aumentati di un quinto (133,2 euro) per una eventuale proposta di mediazione, più un altro quinto (133,2 euro) se la proposta è accettata, più i 40 euro iniziali, più eventuali avvocati e/o esperti terzi. Il patrocino è gratuito “per il cittadino che non ha mezzi sufficienti”. Vero. Ma parliamo di un cittadino che ha un reddito annuo di 10.628,16 euro (è inteso come reddito “familiare”). Rispondendo al prezzario dell’Adr: il “credito di imposta”, fino a “un massimo” di 500 euro, si ottiene solo in caso di “successo” della mediazione. Altrimenti si ottiene un credito sempre “massimo” fino a 250 euro. Parliamo però, per l'appunto di credito d'imposta, vale a dire di un'agevolazione fiscale che lo Stato rimborsa al pagamento delle tasse. Non dei soldi che il cittadino deve versare all'organismo di mediazione, all'avvocato o all'eventuale perito. Anche con l'agevolazione fiscale, però, il conto 160-410 non torna. Vogliamo dire che non si spendono 1200 euro ma 800 al netto degli avvocati? Non sposta di un punto il problema. 3) Il ministero controlla gli organismi di mediazione. E ci mancherebbe. 4) “ADR Center è un organismo privato presso il quale mia moglie ha frequentato il corso di formazione come tanti altri professionisti, conseguendo il titolo di conciliatore necessario per poter svolgere la mediazione”, dice il ministro. Io scrivo, riferendomi alla tabella dei mediatori registrata presso il ministero: “Al numero uno c’è l’Adr Center, che tra i mediatori formati conta anche la moglie del ministro Angelino Alfano, l’avvocato Tiziana Miceli”. Le virgolette tra le parole “mediatori” e “formati” le ha viste solo l'Adr. Nell catenaccio è scritto: “In una società di mediazione anche la moglie di Alfano”.
e.d.b.
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