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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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*RIFORMA FORENSE, OUA: “IL PRESIDENTE DELL’ANTITRUST CATRICALÁ SBAGLIA. GLI AVVOCATI NON SONO IMPRESE”.
Sezioni: PRIMA FILA
Autore Avv. Enrico Tortolani - cons. resp. sito web
Data di pubblicazione 10/02/2011
Comunicato Stampa Oua. De Tilla, presidente Oua contro la parificazione della libera professione all'impresa: ”Ci dà ragione anche l’Europa, spesso citata a sproposito. E ribadiamo: con oltre 230mila avvocati, oltre ad approvare la riforma forense, è necessario inserire un accesso programmato all’università”

Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, replica alle dichiarazioni sul disegno di legge di riforma forense all’esame della Camera dei Deputati, rilasciate del presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, al termine di un convegno sui professionisti a San Macuto. «Si persevera nel commettere gli stessi errori – spiega de Tilla – il presidente dell’Antitrust, Catricalà, esprime un giudizio sul progetto di legge di riforma forense all’esame della Camera su un presupposto sbagliato, che cioè gli avvocati italiani siano equiparabili alle imprese».

«Per essere più chiari – continua il presidente dell’Oua - visto che a sproposito si tira in ballo l’Europa, vogliamo ricordare agli esperti dell’Antitrust che dovrebbero considerare meglio la Direttiva n. 36 del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005, riguardante il riconoscimento delle qualifiche professionali. In tale direttiva non vi è alcun cenno alla natura di impresa dei professionisti. Anzi è detto espressamente che le regole europee delle professioni intellettuali non impediscono che uno Stato membro imponga, a chiunque eserciti una professione nel suo territorio, requisiti specifici motivati dall’applicazione delle norme professionali giustificate dall’interesse pubblico generale. Ma si dovrebbe anche leggere la successiva Direttiva (n. 123 CE, del 12 -12-2006) relativa ai servizi nel mercato interno e in particolare, l’art. 24, c. 2, che prevede che gli Stati membri devono fare in modo che le comunicazioni che emanano dalle professioni regolamentate ottemperino alle regole professionali riguardanti l’indipendenza, la dignità e l’integrità della professione. Ebbene, come fa l’Antitrust ad escludere la dignità di una professione, per esempio, dalla determinazione delle tariffe professionali che sono strettamente inerenti alla qualità della prestazione?»

«L’Antitrust – conclude de Tilla - ignora che le professioni rientrano nella sfera del lavoro intellettuale e le istituzioni degli avvocati hanno una funzione di tutela pubblica, quindi si metta il cuore in pace: non siamo noi l’ostacolo al mercato. Al contrario, anche in questa sede vogliamo ribadire che oltre ad approvare la riforma forense, con le opportune correzioni, è necessario inserire un accesso programmato all’università dal momento che la categoria conta ormai oltre 230 mila avvocati».


Roma, 1 febbraio 2011
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