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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* MEDIACONCILIAZIONE: PARTENZA SOFT. PROROGA IN VISTA PER L'ENTRATA IN VIGORE.
Sezioni: PRIMA FILA
Autore Tratto da Italia Oggi - prost di Enrico Tortolani cons. resp sito web
Data di pubblicazione 27/01/2011
ITALIA OGGI. La soluzione (da sei mesi a un anno di proroga) è sul tavolo del ministero della giustizia Conciliazione con partenza soft. Più tempo per assicurazioni auto e i procedimenti complessi.

Un'entrata in vigore graduale della conciliazione obbligatoria. Prorogando cioè di sei mesi o un anno la messa in moto della normativa solo per le materie i cui procedimenti avranno maggiore impatto, in quanto a mole di lavoro, sugli uffici giudiziari e i professionisti (per fare un esempio, le assicurazioni auto). Questa, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la soluzione sul tavolo del ministro della giustizia, Angelino Alfano, per rendere meno traumatico il passaggio alla nuova normativa, che entrerà in vigore il 21 marzo prossimo. La decisione, da parte del Guardasigilli, sarà presa probabilmente entro questa settimana, quando il ministero avrà comunque a disposizione tutti i dati per valutare come si stanno organizzando gli uffici giudiziari. Se cioè hanno predisposto gli spazi necessari al funzionamento di tutti gli organismi di conciliazione presenti sul territorio. Certo è che,a questo punto, il parere del governo agli emendamenti bipartisan inseriti nel Milleproroghe per rinviare di un anno l'entrata in vigore del dlgs n. 28/2010 non sarà favorevole. Del resto, così facendo, via Arenula salverebbe in parte le richieste di rinvio dell'avvocatura senza, dall'altro lato, inimicarsi le tante professioni favorevoli alla conciliazione obbligatoria. In attesa del verdetto, il Consiglio nazionale forense ha chiamato a raccolta gli Ordini territoriali per fare il punto sullo stato dell'arte della normativa a livello locale. Con un questionario elaborato dalla commissione «Servizi agli Ordini e agli avvocati», coordinata da Carla Broccardo, il Cnf ha chiesto infatti agli Ordini delucidazioni sull'intenzione o meno di accreditarsi come organismo di conciliazione o come ente formatore e sui problemi riscontrati a livello locale (si veda Italia Oggi di ieri). Ma vediamo nel dettaglio le iniziative della categoria sulla conciliazione.
Gli emendamenti. In Parlamento, maggioranza e opposizione sembrano d'accordo almeno su un punto: l'entrata in vigore della mediaconciliazione obbligatoria va rinviata di un anno. Nell'ambito del Milleproroghe, infatti, sono stati presentati due emendamenti analoghi: uno da Domenico Benedetti Valentini, senatore Pdl, l'altro da Silvia Della Monica, senatrice Pd, e altri, che recitano appunto: «Al comma 1 dell'articolo 24 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, le parole: “dodici mesi” sono sostituite dalle seguenti: «ventiquattro mesi”». Evidente la soddisfazione per l'iniziativa da parte dell'Oua, che è anche in attesa dell'esito del ricorso al Tar (previsto per l'8 marzo prossimo) contro il regolamento attuativo varato da via Arenula. «Abbiamo scritto al Guardasigilli», spiega Maurizio de Tilla, presidente Oua, «per sensibilizzarlo ulteriormente sulla posizione unanime degli avvocati italiani e, allo stesso tempo, ci siamo rivolti, come indicatoci da una mozione del recente congresso forense, al Parlamento perché si intervenisse con efficacia per evitare che ancora una volta la giustizia civile si convertisse nella “Cenerentola” della macchina giudiziaria italiana, con interventi tampone e di corto respiro».
Il questionario. Il Cnf ha costituito la commissione «Servizi agli Ordini e agli avvocati», che sta avviando una ricognizione sulle necessità e le opportunità manifestate in sede locale. Come prima iniziativa, il Cnf ha inviato un questionario in materia di mediazione e formazione continua per sapere dagli Ordini l'intenzione di accreditarsi come organismo di conciliazione o come ente formatore; la messa a disposizione dei locali nei tribunali; l'avvenuta stipula della polizza assicurativa. Sulla formazione, invece, il Cnf intende conoscere quanti eventi formativi sono stati organizzati; l'eventuale quota a carico degli iscritti; se il Consiglio ha proceduto alle verifica dell'assolvimento dell'obbligo formativo e con quali modalità; l'eventuale incidenza dell'inadempimento; la valutazione circa la fissazione in 90 dei crediti formativi previsti dal regolamento a regime.
Infine, il Consiglio nazionale forense ha deciso di riaprire il dibattito sul regolamento sulle specializzazioni, chiedendo agli Ordini locali di inviare le proprie considerazioni. Senza placare, però, le proteste dell'Associazione nazionale forense. «Gli avvocati, nel congresso di Genova di appena due mesi fa, hanno detto chiaramente, votando a larga maggioranza, che il regolamento del Cnf sulle specializzazioni è sbagliato e va ritirato», ha detto il segretario nazionale, Ester Perifano, «Il consiglio nazionale invece di prenderne atto continua a prendere tempo e cercare di far rientrare dalla finestra una isciplina già sonoramente bocciata». Gabriele Ventura
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