UNA GIUSTIZIA SENZA QUALITA’.
Anche quest’anno l’Unione delle Camere Penali e le Camere Penali locali non parteciperanno alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario che si terranno presso la Corte di Cassazione e nelle Corti di Appello e celebreranno in modo diverso questo momento.
Ciò non avverrà solo perché il rituale ottocentesco, appena ritoccato dalla riforma Castelli, continua a relegare gli avvocati in posizione gregaria, offrendo un volto deformato della Giustizia, rappresentato dalla proiezione di numeri ideologicamente interpretati dai rappresentanti di vertice della magistratura e piegati alla dimostrazione di teoremi più o meno lontani dalla realtà, ma soprattutto perché l’Unione delle Camere Penali in questo modo vuole protestare contro l’immobilismo del sistema politico sui temi della Giustizia.
Per tale motivo l’ inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti, che si terrà a Napoli il 27 gennaio prossimo, sarà accompagnata da una giornata di astensione nazionale dalle udienze e dalle attività difensive.
Per assicurare ai cittadini sottoposti a giudizio un giudice finalmente terzo, equidistante dalle ragioni dell’accusa e della difesa che sappia garantire che i processi si svolgano in condizioni di parità sostanziale, che sia impedito l’abuso della custodia cautelare e quello delle intercettazioni.
Per reclamare leggi penali moderne, chiare, tassative, non sciatte, contraddittorie, mal fatte, piegabili alle interpretazioni contrastanti frutto delle ideologie, ed auspichiamo sanzioni efficaci, non inutilmente quanto virtualmente afflittive, introdotte sull’onda delle emozioni suscitate dai fatti di cronaca.
Per pretendere un sistema carcerario degno di una nazione civile, come non è il nostro con gli oltre 1700 detenuti morti in dieci anni.
Perché le riforme, le grandi e le piccole riforme annunciate da tempo, quelle che dovrebbero correggere non solo i numeri del fallimento, con i milioni di processi pendenti su cui tutti si affannano a dichiararsi allarmati, ma finalmente anche la qualità della Giurisdizione, della quale pochi si interessano, sono lontane e nulla sembra dimostrare una reale volontà politica di aprirne il capitolo.
Le riforme, sempre annunciate, spesso strumentalmente evocate in nome della propaganda politica o del conflitto con la magistratura, ma mai discusse concretamente neppure in casi in cui le proposte sono già sul tavolo, che non arrivano anche perché ai cittadini si racconta solo una parte ma non il tutto.
Perciò nella manifestazione si mostrerà quello che nelle cerimonie ufficiali viene oscurato, quello per cui è giusto impegnarsi per cambiare: il vero volto di un sistema ingiusto.
A Napoli, in un processo virtuale ma fondato sulla realtà, sotto accusa sarà la Giustizia senza qualità, i suoi protagonisti, le sue miserie, senza far sconti a nessuno, neppure all’avvocatura stessa, portando esempi e storie reali, sollecitando ed offrendo proposte concrete, per dimostrare che si può parlare di Giustizia senza enfasi, senza propaganda, senza barricate ideologiche,nell’interesse del Paese.

Roma, 25 gennaio 2011
La Giunta