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* AVVOCATURA: UN 2011 IMPEGNATIVO.
Mediaconciliazione e riforma forense. Si giocherà su questi due fronti il 2011 dell'avvocatura e il rapporto, ormai ai minimi storici, tra la categoria e il governo. In ballo, infatti, da un lato il ricorso al Tar del Lazio presentato a fine novembre dall'Organismo unitario dell'avvocatura sull'incostituzionalità della conciliazione, che però partirà a tutti gli effetti il 20 marzo prossimo. Dall'altro, una riforma della professione approdata alla Camera sempre a fine novembre e che deve iniziare il suo iter, presumibilmente a gennaio, in commissione Giustizia. Con l'avvocatura, però, che chiede a gran voce di rivedere, tra l'altro, le norme che regolano l'accesso, uscito dall'Assemblea del Senato decisamente a maglie più larghe rispetto alle necessità della categoria. Ma il 2011 sarà anche decisivo per ricucire lo strappo interno all'avvocatura sulle specializzazioni. Il congresso forense si è infatti concluso tra le polemiche per le mozioni approvate che rimettono in gioco il regolamento del Cnf. Con l'Unione delle camere penali da una parte che sta già facendo partire la prima Scuola per formare i penalisti, e l'Oua dall'altra che chiede di concentrarsi sul percorso della riforma forense, che a sua volta disciplina le specializzazioni. Ma vediamo nel dettaglio le sfide che attendono la categoria forense il prossimo anno. La mediaconciliazione. Sarà sicuramente la mediaconciliazione il principale oggetto del contendere, nel 2011, tra l'avvocatura e il governo. Prova ne è, da ultimo, l'accoglienza a suon di fischi e cartellini rossi riservata al ministro della giustizia, Angelino Alfano, solo un mese fa al congresso nazionale forense. Il Guardasigilli ha promesso quindi l'apertura di un tavolo di confronto con la categoria che dovrebbe partire a gennaio. Sembrano però pochi gli spiragli per trovare un accordo: l'avvocatura è infatti categorica e chiede in particolare l'abolizione dell'obbligatorietà della conciliazione. L'Oua, assieme ad alcuni consigli dell'ordine e a singoli avvocati, ha infatti notificato un ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento del regolamento emanato dal ministero della giustizia. Tra i motivi dell'impugnativa figura anzitutto la genericità nella individuazione della figura del mediaconciliatore e delle strutture di conciliazione. Inoltre, l'art. 5 del dlgs n. 28/10 configura il procedimento di mediazione quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale, di fatto, secondo la categoria, precludendo l'immediato accesso alla giustizia. Sempre per gennaio, secondo le previsioni dell'Oua, si dovrebbe attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi. Fatto sta che il 20 marzo 2011 la macchina della mediaconciliazione partirà per tutti gli ordini professionali. La riforma forense. La rottura con il governo sembra invece più sanabile per quanto riguarda la riforma forense. Perché si giocherà da un lato sulla velocità dell'iter del provvedimento alla Camera, dall'altro sulla revisione di alcune norme, su tutte la regolamentazione dell'accesso alla professione. Il Senato, infatti, ha eliminato le barriere costruite dall'avvocatura per arginare il sempre meno controllabile numero di avvocati abilitati, lasciando di fatto immutata la disciplina del percorso post universitario e dell'esame di stato rispetto a oggi. Inoltre, il Cnf chiede il riconoscimento del proprio potere regolamentare, e le specializzazioni, così come sono uscite da Palazzo Madama, non piacciono alla categoria. A questo punto a gennaio si attende anzitutto la nomina di un relatore al disegno di legge alla Camera, e l'avvio della discussione in commissione Giustizia. Il processo breve. La legge sul processo breve è ormai bloccata da tempo in commissione giustizia della Camera. In ogni caso, se i lavori dovessero sbloccarsi il prossimo anno, il Cnf ha rilevato molteplici lacune nel testo, evidenziate a Montecitorio in occasione delle audizioni del settembre scorso. Il Consiglio nazionale chiede che il processo breve non sia applicato ai processi per reati puniti in concreto con l'ergastolo e considera una grave lacuna l'aver omesso di considerare come fase autonoma l'udienza preliminare. La categoria da ricomporre. Il prossimo anno sarà anche fondamentale per riunire una categoria uscita a pezzi dal congresso forense. Le priorità, infatti, sembrano diverse tra le diverse associazioni rappresentative. Dopo l'approvazione delle mozioni che mettono in soffitta il regolamento sulle specializzazioni approvato dal Consiglio nazionale forense, le Camere penali hanno definitivamente rotto con l'Oua. Definendo quello che si è tenuto a Genova (la sede del congresso, ndr) “uno spettacolo poco decoroso, nella più benevola delle ipotesi non contrastato adeguatamente”. E ancora: “ne è uscita vulnerata l'immagine dell'avvocatura. Speriamo che l'increscioso episodio apra gli occhi sulla non più sopportabile ambiguità dell'Oua”. Insomma, un nodo da sciogliere non da poco. news selezionata da ItaliaOggi |