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* LEGGE SVUOTA CARCERI: IL SENATO APPROVA IN VIA DEFINITIVA.
Il Senato approva il provvedimento «svuota carceri»
LE PREVISIONI - Detenzione a casa per le pene inferiori a un anno Assunzione di duemila poliziotti Con un colpo a sorpresa e in una manciata di ore, il Senato ha approvato in via definitiva la cosiddetta legge «svuota-carceri» che, secondo i calcoli ministeriali, dovrebbe alleggerire la popolazione penitenziaria di circa 7mila detenuti. Una goccia nell'oceano del sovraffollamento delle patrie galere (i detenuti sono ormai 69mila) con cui si manda, però, un segnale importante, in parziale controtendenza rispetto alla politica della «carcerizzazione», della «tolleranza zero» e di chiusura alle misure alternative alla detenzione, cavalcata dal governo, in particolare dalla Lega. In favore del provvedimento – che consente di scontare nel domicilio le pene non superiori a un anno – hanno votato Pdl, Lega e Fli mentre Pd, Idv e Udc si sono astenuti. I radicali non hanno partecipato al voto per protestare contro «l'inadeguatezza» della legge. Che si inserisce nel «piano carceri» varato dal governo a gennaio per costruire nuove carceri e ampliare quelle esistenti (primo e secondo pilastro), per introdurre nuove norme come, appunto, la detenzione domiciliare per chi deve scontare, anche come residuo pena, meno di 12 mesi (terzo pilastro) e per assumere 2000 nuovi agenti di polizia penitenziaria (quarto pilastro). Lo «stato di emergenza nazionale» dichiarato dal governo durerà fino alla fine di quest'anno, anche se la popolazione carceraria continua ad aumentare, sia pure a un ritmo più basso negli ultimi mesi. Il provvedimento prevede sia la detenzione domiciliare che l'assunzione dei 2000 poliziotti. Nel primo caso si pone un limite temporale, nel senso che la nuova norma varrà «fino alla completa attuazione del piano straordinario» e «in attesa della riforma della disciplina delle misure alternative alla detenzione». E comunque, «non oltre il 31 dicembre 2013». Domicilio vuol dire abitazione del condannato o un luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza: formula che dovrebbe consentire di far uscire dal carcere anche molti stranieri, che rappresentano il 38% del totale dei detenuti e che sono condannati quasi sempre a pene brevi o brevissime. Il "beneficio" non si applica ai «delinquenti abituali, professionali o per tendenza», ai «detenuti sottoposti a regime di sorveglianza particolare» o «quando vi è la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga ovvero sussistono specifiche e motivate ragioni per ritenere che commetta altri delitti». La pena per chi evade dal domicilio è inasprita fino a 5 anni. Nello stesso testo si prevede che per i tossicodipendenti e gli alcoldipendenti sottoposti, o disponibili a sottoporsi a un programma di recupero, la pena possa essere eseguita in una struttura sanitaria pubblica, o privata accreditata. Infine i poliziotti: 2000 nuovi assunti, corsi di formazione accelerata e la nascita di una nuova figura professionale: l'agente «in prova». |