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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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* OSSERVATORIO PERMANENTE SULLE MORTI IN CARCERE * Le carceri italiane sono le più sovraffollate d’Europa, record anche per i detenuti in attesa di giudizio.*
Sezioni: FOCUS
Data di pubblicazione 29/09/2010
Nelle carceri italiane in 100 posti-branda sono ammassate 152 persone.

Soltanto in Bulgaria il tasso di affollamento delle carceri è maggiore (155), mentre la media europea è 107 detenuti ogni 100 posti.

Un recente studio realizzato dell'International Centre for Prison Studies, King’s College, University of London, dal quale abbiamo tratto le statistiche allegate, aiuta a comprendere meglio le ragioni del sovraffollamento degli Istituti di pena nel nostro Paese.

L’Italia detiene in “record” delle custodie cautelari

Al 30 giugno 2010 il 42,5% dei detenuti era in attesa di giudizio e la metà di loro è destinato ad essere assolto: circa 15.000 persone, che scontano da innocenti mesi e a volte anni di “pena anticipata” e contribuiscono a rendere gremite le celle. La media europea dei detenuti in carcerazione preventiva è del 24%, ma scende rispettivamente al 15,2% e al 14,9 in Germania e in Inghilterra. In Polonia, addirittura il 90% dei detenuti ha una sentenza definitiva.

Le misure alternative sono poco utilizzate

Dal confronto tra il numero dei detenuti ogni 100.000 abitanti negli anni 1998 e 2010 appare evidente che alcuni Paesi sono riusciti a ridurre sensibilmente il tasso di carcerizzazione. Poiché il numero complessivo dei reati commessi nell’Ue è rimasto pressoché stabile negli ultimi 10 anni, questo risultato è frutto soprattutto di un maggiore utilizzo delle misure alternative per sanzionare i reati “minori”. In altri Paesi, al contrario, il carcere è rimasto lo strumento primario per la repressione della devianza, anzi nel corso degli anni si è iniziato ad utilizzarlo in nuovi ambiti. Così se Germania il tasso di carcerizzazione è diminuito da 96 a 88 (-12) e oggi in carcere ci sono 6.500 persone in meno rispetto a 12 anni fa, in Italia è aumentato da 85 a 112 (+27) e i detenuti sono quasi 20.000 in più. Diminuzioni del tasso e del numero di detenuti si sono registrate anche in Portogallo, Irlanda del Nord, Paesi Baltici, Bulgaria e Romania (che ha visto dimezzarsi il numero di detenuti).

Tuttavia nella maggior parte degli Stati è prevalsa la tendenza ad un maggiore utilizzo del carcere: il tasso di carcerizzazione è così aumentato in Francia (+10%), in Inghilterra (+28%), in Belgio (+16%), in Olanda (+9%), in Svezia (+18%) e soprattutto in Spagna (+50%), dove oggi ci sono 31.000 detenuti in più rispetto al 1998. Nel complesso dell’Ue il numero dei detenuti è aumentato di 84.000 unità, passando dalle 551.643 del 1998 alle 635.845 di oggi. L’Italia ha contribuito per circa il 25% a questo “risultato”.



I detenuti extracomunitari

Nelle carceri dell’Ue sono detenuti 128.200 extracomunitari, di questi 24.600 in Italia. In termini percentuali rappresentano il 20,7% di tutte le persone presenti nelle carceri europee e il 36% in quelle italiane. Nel 1998 erano il 25% dei detenuti in Italia e il 16% in Europa, quindi l’incremento percentuale è stato maggiore (11 punti, contro 4,7) nel nostro Paese rispetto all’insieme dell’Ue.

Significativamente gli Stati nei quali i detenuti extracomunitari sono presenti in percentuali maggiori sono quelli che hanno adottato metodi più “decisi” nel contrasto all’immigrazione irregolare: Austria (45,8%), Grecia (43,9%), Italia (36,2%), Spagna (35,7%). Percentuali altissime ci sono a Cipro, Malta e Lussemburgo, ma non possono essere utilmente confrontate con quelle degli altri Paesi: le prime due nazioni rappresentano tappe naturali sulle rotte dell’immigrazione irregolare e il Lussemburgo è un piccolissimo principato dove i residenti stranieri sono più numerosi dei lussemburghesi stessi. Al contrario, percentuali più basse si registrano in Paesi di immigrazione “storica”: Inghilterra (13,1%), Francia (18,2%), Germania (26,3%).

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Allegati
Le statisiche (130,2 Kbytes)
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