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22.06.2009 * PUBBLICATA IN G.U. N. 140 DEL 18/6/2009 LA RIFORMA DEL RITO CIVILE: è la legge 18 giugno 2009 n. 69 – “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivita' nonche' in materia di processo civile”. Entrerà in vigore il 4/7/2009 Dal link il testo degli artt. estratti dalla G.U.
La riforma del processo civile potrebbe abbreviare di tre anni e mezzo la vita di una causa, è stata pubblicata ieri nella «Gazzetta Ufficiale» n. 140 (supplemento ordinario n. 95/L) ed entra in vigore il 4 luglio. Prima di godere delle semplificazioni si dovrà però studiare. Capire cosa poter usare sarà il gioco più gettonato dell'estate nei tribunali e negli studi legali italiani. L'unica certezza è che i giudici di pace lavoreranno di più perché è stata ampliata la loro competenza per valore delle cause (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 27 e 28 maggio con il testo commentato, e «Il Sole 24 Ore del lunedì» del 13 giugno). Cause aperte. Chi ha cause aperte vedrà cambiare subito tre cose. La forma e il contenuto della sentenza conterrà la «concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione». Le parti non potranno più presentare nuovi documenti in appello. È cancellata la norma in base a cui l'opposizione all'esecuzione è decisa con sentenza non impugnabile. Dopo il 4 luglio. Il filtro in Cassazione è lo sfoltisci-ricorsi che varrà per le sentenze depositate dopo il 4 luglio, cioè a partire dall'entrata in vigore della legge 69/2009. La norma limita la possibilità di ricorrere davanti alla Corte in due casi: quando la decisione impugnata è in linea con l'orientamento della Cassazione (che, quindi, non si vede perché dovrebbe cambiare idea) e quando è manifestatamente infondata la presunta violazione dei principi del giusto processo. Dal 4 luglio i giudici saranno (forse) meno oberati, gli avvocati meno contenti. E studiano già come presentare richiesta alla Corte costituzionale per sospetta incostituzionalità della norma. Vecchi e nuovi riti. Qui il rompicapo arriva al livello massimo perché la riforma triplica i riti (così, all'inizio, di semplificazione se ne vedrà poca). Il vecchio rito ordinario di cognizione sopravvive per le cause pendenti. Il nuovo rito, in cui si applicheranno tutte le modifiche apportate dalla riforma, si applicherà alle cause instaurate dopo il 4 luglio. Il nuovo rito sommario di cognizione riguarderà solo le nuove cause che erano finora di competenza del giudice monocratico. Testimonianze e ritardi. Oltre ai grattacapi c'è, però, una norma che semplifica la vita: la possibilità di fornire testimonianza scritta, con l'assenso delle parti, è una manna per i civilisti. La riforma inserisce qua e là disposizioni contro i perditempo che usano le classiche tattiche dilatorie. Paga una sanzione più alta chi presenta istanze di ricusazione inammissibili o infondate. È penalizzato chi ha rifiutato senza motivo un tentativo di conciliazione. È colpito il patrimonio di chi avvia una lite temeraria. Le questioni di competenza vanno poi sollevate tempestivamente. E si dovrà fare attenzione a ridurre i termini utili per presentare le impugnazioni o le riassunzioni dei processi. Incidenti stradali. Si torna all'antico. Le nuove cause di risarcimento dei danni per morte o lesioni conseguenti a incidenti stradali (cioè quelle che si instaureranno dopo il 4 luglio) non seguiranno più il rito del lavoro. Le cause in corso proseguono con le vecchie regole. La riforma continua. Tra i 72 articoli della legge ci sono, poi, norme che delegano il governo a non fermarsi a queste modifiche e a continuare l'opera di semplificazione. Entro 24 mesi, a partire dal 4 luglio, dovrà adottare decreti legislativi per ridurre e semplificare i processi civili «che entrano nella giurisdizione ordinaria, regolati dalla legislazione speciale». Entro sei mesi, invece, il governo dovrà legiferare su mediazione e conciliazione sia in ambito civile sia commerciale. Banda larga e farmacie. Come nella migliore tradizione legislativa italiana, quella che passerà alla storia come la riforma del processo civile che vuole razionalizzare i tempi della giustizia e tagliare sprechi, contiene anche altro. Per esempio lo stanziamento di 800 milioni nel periodo 2007-2013 per potenziare la banda larga. Il "taglia-leggi", ovvero lo sfoltimento attraverso la tecnica inversa: entro il 16 dicembre 2009 il governo dovrà adottare decreti legislativi che individuano le leggi pubblicate prima del 1° gennaio 1970 che si ritiene indispensabile restino in vigore. Poi, la conferenza dei servizi si potrà fare via internet, e il governo individuerà i servizi socio-sanitari che saranno erogati dalle farmacie.( tratto da Il Sole 24 Ore - Angela Manganaro)
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