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GIAN DOMENICO CAIAZZA - Presidente della Camera Penale di Roma. Arresti domiciliari allo stupratore di Roma. Solidarietà al p.m. Barba: “Una aggressione mediatica e politica vergognosa ad un magistrato che ha fatto solo il proprio dovere”.
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In relazione alle polemiche sorte in ordine al provvedimento di arresti domiciliari eseguito nei confronti di un ragazzo che ha confessato un grave crimine, costituendosi, il Presidente della Camera Penale di Roma, Avv. Gian Domenico Caiazza ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Un cittadino, fino a quel momento solo sospettato di avere commesso un infame atto di violenza sessuale contro una sventurata ragazza, si costituisce alla Autorità Giudiziaria, e confessa il crimine. Chiunque sappia di diritto, ma soprattutto chiunque abbia buon senso e sia in buona fede, sa che nei confronti di colui il quale confessa di aver commesso un reato, consegnandosi alla Giustizia, è pressoché impossibile giustificare una misura cautelare in carcere. Come potrebbe costui, infatti, inquinare le prove se ha confessato il delitto? E come potrebbe fuggire, se si è appena consegnato? Il Pubblico Ministero dott. Barba, chiedendo per costui gli arresti domiciliari, ha rispettato la legge ed il buon senso, perfino con eccessiva severità. Ma la demagogia, la speculazione politica e la viltà intellettuale è tale, nel nostro Paese, da far sì che perfino di fronte ad una condotta così lineare e rispettosa della legge, si sia scatenata una indecente aggressione mediatica e politica, culminata nella apertura di una intimidatoria ispezione ministeriale. Questo governo, mentre promette riforme liberali della Giustizia che non arrivano, reitera intanto scelte legislative e politiche di segno diametralmente opposto; sarà bene tenerne conto, alla vigilia della Inaugurazione dell’Anno Giudiziario dei penalisti italiani, e nel frattempo spiegare al Ministro Alfano che la pena si sconta dopo la condanna, non prima. Al dott. Barba la nostra solidarietà sincera, e per il resto una domanda: che ne è, in questo caso, della indipendenza ed autonomia della Magistratura?» |