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RICCARDO CHIABERGE * * * SUOR NIRMALA E IL DIO DI SARAH * * * (IL SOLE 24 ORE SUPPL DOMENICA) * * *
Poiché, a differenza dell’amico Piergiorgio Odifreddi, non riteniamo che i credenti rendano «il mondo peggiore con la loro presenza» (certi atei, nel secolo passato e anche in questo, non risulta abbiano contribuito a migliorarlo), venerdì scorso ci siamo idealmente uniti alla veglia di digiuno e preghiera organizzata dalla Cei in segno di solidarietà coi cristiani dell’India minacciati di morte dagli estremisti indù. Le preghiere saranno forse inutili oltre che contrarie alla logica di Odifreddi, non serviranno a fermare i fanatici, ma non sono una manifestazione di stupidità o ignoranza superstiziosa. Né tanto meno di intolleranza. Anche un laico può riconoscersi nelle cose che ha detto suor Nirmala Joshi, l’erede di Madre Teresa di Calcutta, in un’intervista all’Avvenire: «L’amore è l’essenza di ogni religione, l’amore di Dio e l’amore l’uno per l’altro. La violenza in nome della religione è un abuso della religione stessa». Sarahpalinvogue1
Sante parole, è proprio il caso di dirlo. Ci piacerebbe che arrivassero all’orecchio della governatrice dell’Alaska e candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, Sarah Palin, che parlando a una platea di studenti di teologia, ha dichiarato testualmente, con il suo candore da barracuda dell’Artico: «I nostri leader hanno mandato le truppe in Iraq per volere di Dio». La guerra a Saddam, ordinata da Dio? Forse abbiamo capito male, ma ci pare di ricordare che fosse su mandato del Congresso di Washington. Un’altra che avrebbe probabilmente qualcosa da imparare dalla suora di Calcutta è l’assessore veneto all’istruzione, Elena Donazzan, di Alleanza Nazionale, balzata agli onori della cronaca per la geniale idea di imporre l’ora di religione cattolica obbligatoria a tutti gli studenti della regione, ebrei e islamici inclusi, «all’interno dei corsi di educazione civica». L’assessora cita a sproposito Croce «filosofo idealista, laico, che diceva: non possiamo essere italiani senza dirci cristiani». Povero Don Benedetto, arruolato a sua insaputa tra i teocòn al Tocai. Peccato che Luigi Meneghello ci abbia lasciato così presto: avrebbe materia per un nuovo capitolo di Libera nos a Malo. L’indiana, l’alaskan e la talebana del Nord Est: dovendo scegliere tra queste tre pie donne, da chi preferireste essere governati? Personalmente non ho dubbi: Nirmala for president (e perché no? anche «for assessor»)! |