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* * * I fantasmi a volte ritornano. Specie se li rievochiamo, la suggestione diventa forte. Anche perchè le esperienze passate hanno lasciato il segno, con la soppressione del Tribunale di Sala Consilinae e di alcune importanti sezioni come quella di Eboli. E' una prestigiosa associazione di avvocati, la Camera Penale Salernitana, che ha rispolverato nei giorni scorsi lo spettro di nuove soppressioni di uffici giudiziari nella provincia di Salerno, già colpita nel 2012 dalla "epocale" qunto nefasta riforma completata dalla Ministra Severino. Per la verità non si tratta di una novità assoluta,...
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LA FORMAZIONE PERMANENTE DELL’AVVOCATURA E LA NECESSITA’ DI ISTITUIRE UNA SCUOLA DISTRETTUALE SALERNITANA. Di Michele Gorga. Avvocato e docente universitario.
Sezioni: FOCUS
Data di pubblicazione 30/10/2007

Il Consiglio Nazionale Forense ha approvato il 13 luglio 2007 il regolamento sulla formazione continua degli avvocati stabilendo che dovere dell’avvocato è quello di svolgere la propria attività professionale nel rispetto dei principi imposti dall’appartenenza alle organizzazioni professionali comunitarie e dall’ordinamento interno, nonché dal codice deontologico forense. E’ stata poi rimessa, alla competenza del CNF e dei Consigli dell’Ordine (territoriali) il compito di tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione e, quindi, di garantire la competenza e la professionalità degli iscritti. Tutti gli avvocati iscritti all’Albo hanno, quindi,a partire dal 1/09/2007, l’obbligo di mantenere e migliorare la propria preparazione professionale, di curare il proprio aggiornamento e di partecipare alle attività della formazione professionale.
Tutto ciò necessariamente comporterà una trasformazione epocale nel cambio di mentalità della classe forense alla quale la stessa sicuramente risponderà con un atto di grande umiltà. E’ questo, infatti, il banco di prova di una grande manifestazione di forza morale dell’avvocatura che giammai si è isolata ma che ha sempre saputo offrire un’immagine di se coerente con l’essere il primo filtro dei vecchi e dei nuovi conflitti sociali e, quindi, aperta alle novità, alla sfida della competizione, alle modifiche repentine e strutturali, del pensare e dell’agire, introdotte dalla globalizzazione.
All’avvocatura è sempre più, infatti, affidato il compito di tutelare i diritti e gli interessi della persona, di assicurare la conoscenza delle leggi, contribuire all’attuazione dell’ordinamento per realizzare, nella società, l’esigenza di giustizia percepita oramai sempre più come un irrinunciabile “valore” pena la disgregazione sociale e la fine dello Stato di diritto.
Dovere di ogni avvocato è, però, quello di trasformare la “presunzione” in “certezza” di competenza attraverso la costante cura della propria preparazione professionale per conservare ed accrescere le sue “conoscenze” e le sue “competenze”, con particolare riferimento a quei settori nei quali svolge la sua attività. E’ innegabile che l’esercizio della funzione di avvocato, in questa particolare fase storica, è diventata sempre più complessa e al tempo stessa sempre più necessaria. Infatti la continua produzione normativa e il progressivo affinarsi dei canoni di interpretazione del diritto, già aveva imposto la necessità di un costante aggiornamento, non solo “generalista” ma anche “specialista” della formazione sempre più dettata dall’assoluta necessità quando si è costretti a constatare –come oggi purtroppo si è costretti a fare - che la Giustizia, di cui il diritto costituisce il supporto, è in crisi profonda con tutta una serie di conseguenze negative di carattere sociale, economico e politico. Basti pensare per rendersene conto alla intollerabile lungaggine dei processi che comporta spesso un vero e proprio diniego di Giustizia, di cui l’avvocatura è la prima vittima.
L’avvocatura salernitana, oltre alle disfunzioni di carattere generale e di sistema è, poi, ulteriormente penalizzata da fattori locali che possiamo sintetizzare nella oramai cronica crisi economica e del mancato sviluppo,delle aree interne e depresse, nell’atavica inadeguatezza dei mezzi finanziari e strutturali, del “servizio” giustizia, nella eccessiva sproporzione tra popolazione residente ed iscritti all’albo, nell’assenza di un valido circuito culturale, di ampio respiro, per i professionisti locali. Rispetto a tale situazione non si poteva restare nella gelosa presunzione dell’essere autoreferenziali, nell’errata convinzione che la semplice iscrizione all’albo fosse di per se il solo requisito di “competenza” oggi richiesto dalla collettività. Un tale atteggiamento avrebbe collocato d’ufficio l’intera avvocatura nel cimitero degli elefanti. E’ stata quindi colta dal Consiglio dell’Ordine l’occasione offerta dal CNF per stimolare quanti sul territorio hanno a cuore la rinascita della classe forense e trasformare così ciò che da molti è stata percepita come una difficoltà in una grande opportunità che sicuramente contribuirà a far ritrovare, in questa particolare epoca storica di grave crisi, lo scatto d’orgoglio dell’intera classe professionale di saper essere propositivi e positivi nell’opportunità di una crescita che deve saper coinvolgere tutti gli appartenenti all’ordine forense Salernitano. La formazione continua è, quindi, un’occasione per risorgere, come l’araba fenicia, dalla ceneri della marginalizzazione in cui, da troppi anni, il sistema politico ha intero porre, nel suo complesso, l’avvocatura attraverso quelle attività che si sono sostanziate nel far esplodere le iscrizioni, nel far venir meno i mezzi strutturali, economici e tecnologici ed, infine, culturali del servizio giustizia e ciò mediante quelle iniziative legislative che possiamo definire come scellerate quali: condoni e indulto; la moltiplicazione dei riti e tant’altro, tutti fattori che hanno determinato un lento, ma inesorabile declino della più liberale delle professioni.
Si pone però, e deve essere risolto, un grande problema che è quello relativo al metodo con cui perseguirla. Sempre sotto il profilo metodologico si pone, poi, anche, il problema sul chi, sul come, e con quali tempi e con quali meccanismi didattici si debba provvedere. Un ulteriore campo tutto da esplorare, è quello relativo alla verifica dei contenuti della formazione (non vi è, a monte, formazione se a valle non vi è verifica) così come appena delineata è, nel regolamento del CNF, la questione delle materie della formazione tra le emergenze “generaliste” e quelle “specialistiche” su cui deve svilupparsi, l’intreccio fra diritto sostanziale ed emergenze processuali.
Si deve cioè, nella fase di questa prima programmazione didattica dei corsi, attuare la distinzione, teoricamente ineccepibile, tra formazione in senso stretto, intesa come approfondimento di istituti noti attraverso i percorsi segnati dagli studi della dottrina e dalle sollecitazioni della giurisprudenza, e l’aggiornamento, inteso quale immediata conoscenza delle novità legislative e regolamentari.
Rilevanti, quindi, le risorse umane, culturali e progettuali da mettere in campo a cui dovrà far fronte l’attività finanziaria e logistica del Consiglio dell’Ordine. Orbene proprio la pluralità delle iniziative nel campo della formazione se da un lato rappresentano una ricchezza dall’altro però potrebbe rappresentare, per il futuro, un grave limite all’esigenza di un “organica” formazione continua. Si pone cioè il problema non solo di rendere omogenea la programmazione didattica dei corsi ma anche la predisposizione di un corpo docente dei “pratici” del diritto che costituisca l’ossatura portante di una scuola di formazione dell’avvocatura nel distretto e che non vada a posizionarsi d’ufficio in un ruolo subalterno rispetto agli altri giuristi della “dottrina” e della “giurisprudenza” Salernitana.
Evidente è, pertanto, la necessità di riportare, tutte le varie iniziative, ad unità organica sia sotto il profilo della programmazione didattica che della comparazione della bontà del valore scientifico degli eventi, delle scelte culturali e delle modalità di svolgimento e di certificazione della formazione. Da qui la necessità che il Consiglio dell’ordine istituisca, in sede locale una “Scuola della formazione distrettuale “ presso la quale far confluire tutti i progetti della formazione degli enti e delle associazione operanti nel distretto. La necessità di istituire,una tale scuola a mio avviso, appare inevitabile in quanto deputata a svolgere compiti, non diversamente sostenibili dal Consiglio a meno che lo stesso non voglio trasformarsi geneticamente.
Avv. Michele Gorga

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