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"Giudici militari, viaggio premio dopo due mesi di ferie". I magistrati rispondono a Gian Antonio Stella. Enrico Tortolani - direttore responsabile.
Mentre il sistema giustizia nel nostro paese versa in una profonda crisi organizzativa, si susseguono le scoperte e le sorprese. Oggi i giornali nazionali danno ampio risalto alle inefficienze ed agli sprechi. Il Ministro Padoa Schioppa sottolinea nel suo 'libro verde' l'incapacità di gestire le risorse esistenti. E' la fotografia di un fallimento. Lo scritto di G.A. Stella sul Corriere è occasione di ulteriori riflessioni sui tribunali militari. Gli Avvocati da anni denunciano tutto ciò.Inascoltati e tacciati di corporativismo. Relegati in un angolo con l'accusa infamante di 'evasori fiscali'. Non c'è soddisfazione a ripetere: l'avevamo detto. Tutti, vorremmo che finalmente per il nostro sistema giustizia iniziasse una nuova era. In attesa di vedere dove ci porterà la 'minacciata' riforma delle professioni. * * * Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 20 settembre ha scritto un articolo di forte denuncia: "Giudici militari, viaggio premio dopo 2 mesi di ferie". Un convegno internazionale a Toledo al quale hanno partecipato 32 dei 103 magistrati militari in servizio. "La delibera del 5 giugno scorso - si legge sul Corsera - era assai invitante: le spese del convegno (350 euro a testa, compresi il materiale didattico e i pasti all'Accademia di Fanteria), più le spese di viaggio e pernottamento, più il «trattamento di missione internazionale», più una indennità forfettaria giornaliera di un'ottantina di euro erano infatti a carico del ministero". " Stremati da dieci settimane di pausa estiva, che per consuetudine comincia intorno al 10 luglio e si trascina fino all'ultima decade di settembre, i magistrati militari hanno deciso di tuffarsi di nuovo nel lavoro con un convegno internazionale. Nella bellissima Toledo. Dove, per attrezzarsi ad affrontare al meglio i mesi finali dell'anno quando sono attesi a volte perfino da tre udienze al mese (tre al mese!), sbarcano oggi in trentadue: un terzo di tutti i giudici con le stellette italiani. Perché mandare una delegazione di due o tre persone se tanto paga lo Stato? I viaggetti in comitiva, si sa, sono dalle nostre parti una passione antica. Basti ricordare certe migrazioni di massa a New York per il Columbus Day. O la trasferta di un gruppo di deputati regionali siciliani in Norvegia (con un codazzo di musicisti di un'orchestrina folk, trenta giornalisti, quattro cuochi, un po' di mogli...) per vedere come i norvegesi avessero organizzato un mondiale di ciclismo: totale 120 persone. O ancora la spedizione di Bettino Craxi a Pechino («andiamo in Cina con Craxi e i suoi cari», ironizzò Giulio Andreotti) finita con mille polemiche sulla scelta di tornare con una sosta in India per far visita al fratello Antonio, discepolo del santone Sai Baba, e una strepitosa interrogazione parlamentare di Renato Nicolini con domande tipo: «Vuole il presidente dirci quali siano le attrazioni di Macao e di Hong Kong più consigliabili al turista italiano al fine di sprovincializzarne la mentalità? " * * * La difesa dei magistrati. L'articolo di Stella ha spinto alcuni dei magistrati presenti a Toledo, a rispondere ( pubblicato su Osservatorio sulla Legalità): LA RIFORMA DEL GATTOPARDO Chiamati in causa da qualche mese - e specie negli ultimi giorni - come appartenenti ad una categoria professionale che "ruba lo stipendio", chiediamo ospitalità alla stampa nella speranza che dia voce anche a chi, fino ad ora ha servito lo Stato in silenzio e in fedeltà e, ci sia consentito, con onore. Un onore che qualcuno tenta di toglierci per fini che ancora non ci sono noti. Da tanti e tanti anni, nelle sedi istituzionali (e cioè nei pareri e nelle delibere dei tanti Consigli della Magistratura Militare, nelle appassionate relazioni del Procuratore Generale Militare e del Presidente della Corte Militare di Appello alle ultime inaugurazioni dell'anno giudiziario, nelle risoluzioni dell'Associazione Nazionale Magistrati Militari e negli incontri con i vari Ministri che si sono succeduti) è stata indicata con chiarezza e fermezza la grave situazione di sotto-occupazione in cui versa la Giustizia Militare e la necessità di una sollecita razionalizzazione delle numerosissime antinomie del sistema. Tutte parole cadute nel nulla o, nel silenzio della stampa, accolte dall'indifferenza generale. Anche recentemente questi organi lo hanno ripetuto: o si aumenta la competenza, oppure è meglio chiudere; o si riempie di contenuto la "scatola", oppure non vi è alcun motivo dotato di ragionevolezza ed economicità per tenere in piedi un'istituzione complessa ed articolata come una magistratura speciale. In questo silenzio raggelante, il senso di impotenza e di disagio giunge a livelli tali che qualcuno decide di segnalare, con altri metodi e confidando nella forza dei media, alcuni degli aspetti più assurdi di questo stato di cose. E cosa accade? I giornali e i programmi televisivi scoprono il problema, all'improvviso, solo però sul versante dei costi dell'Organizzazione, senza alcuna notizia sulle soluzioni da adottare e soprattutto ignorando completamente i tentativi e le proposte avanzate ormai da decenni per modificare la situazione. In verità da qualche giorno circola qualche voce che sembra invitarci a non avere preoccupazioni, perché si sta ponendo rimedio alla situazione. C'è un progetto, anzi due. Uno sostanziale ed uno ordinamentale. Peccato che questi progetti non siano divulgati e, dunque, non se ne possa discutere nelle sedi proprie, giacché chi, per titolo e competenza, dovrebbe interloquire non viene posto in condizione di farlo. E dunque il cittadino non può saperne nulla. Qualcosa, in modo strisciante, trapela, ma la mancanza di informazioni precise lascia non sopita la preoccupazione che la penna per scrivere la riforma possa finire nelle mani del Gattopardo. Si proprio lui. Quello che, in modo rassicurante e sornione, lascia che "tutto cambi affinché non cambi nulla". Siamo in un tempo di "tagli", bisogna fare economia e la tentazione di fare bella figura con l'opinione pubblica è forte. Qual è la scelta più semplice? Tagliare il numero di tribunali, di giudici, di impiegati. In tal modo si risparmia, almeno così si vuol far credere, e non si corre il rischio di sbagliare. In realtà non si risparmia. Anzitutto si tratterebbe solo di spostare la partita di spesa da un Ministero ad un altro. E poi, anche se residuasse un solo tribunale militare, l'attuale "carenza" di lavoro farebbe sì che quelli che resterebbero continuerebbero a fare comunque troppo poco. Si vedano le statistiche: i numeri sono numeri e non mentono. Ed allora, stiamo rischiando che questi lampi di luce che la stampa sta gettando su questo buio antro istituzionale siano inutili, non servano a nulla. Una riforma semplicemente riduttiva dei tribunali, e che addirittura - come sembra, alla stregua di quanto si conosce - comprima ancor di più la loro già esigua competenza, lascerebbe del tutto insoluti i problemi che si vorrebbe risolvere e sarebbe un'autentica beffa. La toppa sarebbe peggiore del buco e pochi "sopravvissuti" resterebbero ad abitare tre o quattro "Fortezze Bastiani", impedendo definitivamente l'esercizio di quel controllo di legalità che la Costituzione richiede, che i cittadini ed i magistrati militari invocano da sempre e che mai si è compiutamente realizzato nell'ambito di competenza di questa magistratura speciale. Non vogliamo pensare a lobby o a malcelati centri di potere, ma quando la "disattenzione istituzionale" arriva a tal segno la preoccupazione, come cittadini e come operatori di giustizia, non può non affacciarsi. In definitiva, come detto e ripetuto già fino alla noia in questi anni, il vero nodo è: ha un senso oggi la giustizia militare in Italia? Se la risposta è affermativa, allora essa deve funzionare bene e deve occuparsi di cose serie. Altrimenti, è meglio chiudere. Per cortesia, qualcuno ci dica se dobbiamo riconsegnare le chiavi dei nostri uffici! Toledo, 20 settembre 2007, dal XV Congresso internazionale della Società di difesa sociale sul tema "Diritto penale tra guerra e pace: giustizia e cooperazione in materia penale negli interventi militari internazionali", firmano i magistrati militari: - Giovanni Barone, Procura militare Roma - Bartolomeo Costantini, Procura militare di Verona - Marco De Paolis, Procura militare La Spezia - Paolo Fasoli, Tribunale militare Cagliari - Michela Mazzilli, Tribunale militare Napoli - Lucio Molinari, Sezione Corte militare d'appello Napoli - Pier Paolo Rivello, Procura militare Torino - Giorgio Rolando, Tribunale militare Roma - Mauro Rosella, Procura militare Cagliari - Antonio Sabino, Tribunale militare Napoli - Franco Ufilugelli, Sezione Corte militare d'appello Napoli ************ COMUNICATO STAMPA In relazione all'articolo comparso in data odierna a firma di Gian Antonio Stella, è necessario precisare quanto segue: 1) la partecipazione dei magistrati militari al XV Congresso Internazionale di Difesa sociale sul tema "Diritto penale tra guerra e pace: Giustizia e Cooperazione in materia penale negli interventi militari internazionali", organizzato dalla Società Internazionale di Difesa Sociale per una Politica Penale Umanitaria con la cooperazione del Ministero della Difesa spagnolo, si inserisce nel quadro della formazione dei magistrati militari su temi di primario interesse per la loro specifica professionalità; 2) il Consiglio della Magistratura Militare, nel promuovere e finanziare tale partecipazione, ha valutato sia l'elevatissimo livello scientifico del convegno, i cui relatori sono tra i massimi esperti mondiali della materia, sia i costi limitati; questi sono stati resi possibili grazie 1) alla contenuta quota di partecipazione; 2) alla opportunità offerta dal Ministero della Difesa spagnolo di fruire di una struttura alloggiativa militare; 3) alle vantaggiose tariffe del trasposto aereo prescelte. Tutto cio' ha consentito un costo complessivo ben inferiore a quello che si sarebbe dovuto affrontare per organizzare autonomamente un analogo incontro di studi in Italia; 3) è il caso, infine, di sottolineare che le esigenze di riforma della giustizia militare, non disconosciute, ma pressantemente rappresentate da parte dell'Organo di autogoverno della Magistratura Militare, non possono condizionare negativamente la crescita professionale dei magistrati militari, i quali continuano ad occuparsi, pur se in misura notevolmente ridotta rispetto al passato, non soltanto, come si è letto su recenti articoli di stampa, di reati bagatellari, ma anche di gravi illeciti, tra i quali, non ultimi, i reati militari commessi all'estero in occasione delle missioni delle nostre Forze Armate. Programma del convegno: 20 septiembre 09:30 h. Acreditaciones 10:00 h. Acto de apertura Salutaciones del Ministro de Defensa español, Presidente de Castilla La Mancha, Rector de la Universidad y Alcalde de Toledo. Salutación de los representantes de la Oficina de las Naciones Unidas contra las Drogas y el Delito y de los representantes del Consejo de la Unión Europea y de la Comisión Europea. Salutación de la Presidenta Honoraria de la SIDS, Simone Rozès y del Presidente, Luis Arroyo Zapatero Introducción a los trabajos del congreso por Stefano Manacorda, Profesor Titular de Derecho Penal de la Universidad de Nápoles II 11:00 h. Primera sesión. La justicia penal militar entre pasado y futuro. Presidente: Eugenio Raul Zaffaroni, Magistrado de la Corte Suprema de Argentina. 11:15 h. La organización de la justicia penal militar y su evolución. José Jimenez Villarejo, Antiguo Presidente de las Salas 2ª (penal) y 5ª (militar) del Tribunal Supremo de España. 11:45 h. ¿Cual debe ser la especialidad de los códigos penales militares? Giovanni Fiandaca, Catedrático de Derecho Penal de la Universidad de Palermo, Italia. 12:15 h. Preside: Sergio García Ramírez, Presidente de la Corte Interamericana de Derechos Humanos, Costa Rica; Investigador de la Universidad Nacional Autónoma de México. 12:30 h. Tribunal Europeo de Derechos Humanos y Justicia penal Militar. Adán Nieto, Profesor Titular de Derecho Penal de la Universidad de Castilla-La Mancha. 13:00 h. Corte Interamericana de Derechos Humanos y Justicia Penal Militar Carlos Lascano, Catedrático de Derecho Penal de la Universidad de Cordoba, Argentina. 14:30 h. Preside: Hélene Dumont, Profesora de Derecho Penal, Universidad de Montreal. 14:45 h. Derecho penal militar e interdicción de la pena de muerte Lu Jianping, Escuela Normal Superior de Pekín, China. 15:15 h. Debate 21 septiembre 09:30 h. Segunda sesión. El marco penal de las misiones militares en el extranjero. Presidente: Mario Pisani, Catedrático de Derecho Procesal Penal de la Universidad de Milan, Italia. 09:45 h. Acuerdos sobre el Estatuto de las Fuerzas de Intervención (Status of Forces Agreement: SOFA), las reglas de enfrentamiento (Rules of Engagement: ROE) y el derecho penal. Jean Paul Pierini, Proyecto Derecho Penal Internacional, Universidad de Génova. 10:15 h. Las funciones de policía judicial de las Fuerzas Armadas en el extranjero. Geneviève Giudicelli-Delage, Universidad Panthéon-Sorbonne (Paris I), Francia. 10:45 h. Responsabilidad y protección penal de los participantes en misiones de paz. Representante del Departamento de Misiones de Paz de las Naciones Unidas. 11:45 h. Experiencias operativas en SOFA y Reglas de Enfrentamiento Presidente: Manuel Pérez González, Catedrático de Derecho Internacional Público de la Universidad Complutense de Madrid, España. - España: Coronel Auditor Gonzalo Zarranz - UE - ONU - OTAN 12:45 h. Debate Modera: General Fernando Pignatelli, Ministerio de Defensa, España 15:30 h. Tercera sesión.El derecho penal internacional en situaciones de conflicto armado. Presidente: Francisco Muñoz Conde, Catedrático de Derecho Penal, Universidad Pablo de Olavide de Sevilla, España. 15:45 h. Intervenciones militares en el extranjero y violaciones graves de los derechos fundamentales. Douglas Cassel, Director del Centro de Derechos Humanos y Civiles de la Universidad de Notre Dame, Estados Unidos. 16:15 h. El crimen de agresión entre el derecho penal internacional y el interno. Gerhard Werle, Catedrático de Derecho Penal, Universidad Humboldt de Berlín, Alemania. 16:45 h. Periodismo en tiempos de guerra: el "caso Couso". Protección penal de los periodistas y de los medios de comunicación durante conflictos armados. Gonzalo Jar, General de la Guardia Civil española, doctor en ciencias políticas y sociología. 18:00 h. Experiencias operativas Presidente: Edmondo Bruti Liberati, Magistrado, Secretario General de la SIDS, Italia. El caso Abu Omar Armando Spataro, Fiscal de Milán, Coordinador del Grupo Especializado en antiterrorismo, Italia. "Entregas extraordinarias" y el informe del Parlamento Europeo sobre los vuelos secretos de la CIA Elena Valenciano, Eurodiputada, Miembro del Comité Temporal del Parlamento Europeo para la investigación del uso de países europeos por parte de la CIA para el transporte y detención ilegal de prisioneros. De Abu Ghraib al caso Rumsfeld Florian Jesseberger, Profesor de Derecho Penal de la Universidad Humboldt de Berlín, Alemania. Asesinatos selectivos y ejecuciones extrajudiciales General José Luis Rodríguez Villasante, Director del Centro de Estudios de Derecho Internacional Humanitario de Cruz Roja Española. Crímenes de guerra y el Reino Unido Rachel Kerr, Profesora de Estudios de la Guerra, Departamento de Estudios de la Guerra, King’s College, Reino Unido. La experiencia judicial italiana en las operaciones de paz Antonino Intelisano, Fiscal Militar de la República, Tribunal de Roma, Italia. 19:30 h. Debate Modera: Jorge de Figueiredo Dias, Catedrático de Derecho Penal de la Universidad de Coimbra, Portugal. 22 septiembre 10:00 h. Cuarta sesión. Protección de la paz y derecho penal. Presidente: Klaus Tiedemann, Catedrático emérito de Derecho penal, Universidad de Friburgo de Br., Alemania. Las nuevas amenazas de la sociedad global del riesgo y sus desafíos al derecho penal tradicional Ulrich Sieber, Director del Instituto Max Planck de Derecho Penal Extranjero e Internacional de Friburgo de Br., Alemania. La guerra y el poder de las corporaciones William S. Laufer, Director del Centro de Ética Empresarial Carol y Lawrence Zicklin, Wharton School, Filadelfia, Estados Unidos Ryan Burg, Investigador del Departamento de Estudios Jurídicos y Ética Empresarial de Wharton School, Filadelfia, Estados Unidos. ¿Mantenimiento de la paz en entornos corruptos? Mark Pieth, Catedrático de Derecho Penal, Instituto de Gobernanza, Universidad de Basilea, Suiza. 11:15 h. Debate Modera: Concepción Escobar, Catedrática de Derecho Internacional Público, UNED; Directora de la Asesoría Jurídica Internacional del Ministerio de Asuntos Exteriores de España. 12:30 h. Conferencia de Clausura. Presidente: Sylvia Steiner, Magistrada de la Corte Penal Internacional, La Haya. El Derecho penal como ética de la globalización Mireille Delmas-Marty, Catedrática del Colegio de Francia, Paris. 15:00 h. Presentación de los trabajos seleccionados para el premio Cesare Beccaria de jóvenes investigadores y entrega del mismo Presidentes:José Ramón Serrano Piedecasas, Catedrático de Derecho Penal, Universidad de Castilla-La Mancha, Toledo, España y Osamu Niikura, Profesor de Derecho Penal, Universidad Aoyama Gakuin, Tokio, Japón. 17:00 h. Asamblea de la SIDS. Elección de Presidente y del Consejo de Dirección. 18:30 h. Entrega de la Medalla Cesare Beccaria al Magistrado chileno Juan Guzmán. Laudatio de Hernán Hormazábal, Catedrático de Derecho Penal de la Universidad de Gerona, España. Oficia la entrega Anabela Miranda Rodrigues, Directora de la Escuela Judicial de Portugal. |