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LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO
: "È arrivato il momento di cambiare alcune regole del gioco nell'interesse delle imprese e dei lavoratori per restituire alle relazioni industriali un ruolo vero nel governo dell'economia”.
Resoconto dall'assemblea annuale di Confindustria.
Enrico Tortolani - Direttore Responsabile del sito.
Luca Cordero di Montezemolo apre l'Assemblea annuale di Confindustria con un atto di accusa contro il sistema politico italiano.
E'un'autocandidatura?? Tutti lo dicono e l'interessato evita accuratamente ogni smentita. “L'idea del comunismo è che fare profitti sia un vizio, ma io credo che il vero vizio consista nel subire delle perdite”. La presenza di Bertinotti non inibisce l'oratore. Anzi, le parole risuinano nella sala come ujna reprimenda verso colui che aveva definito “impresentabile” il capitalismo italiano. Montezemolo appare deciso ad irrompere fragorosamente sulla scena politica nazionale. Il leader dell'Italia che produce tuona “è caduto il muro di Berlino, ma in Italia non è scomparsa la tentazione di prendersela con l'impresa, alimentata da un clima di ostilità di alcuni settori della politica”. “Paghiamo troppe tasse per alimentare la spesa corrente e gli interessi sul debito, mentre i servizi sono spesso insoddisfacenti e gli investimenti pubblici non arrivano ad un modesto 4% del Pil. Per ridurre stabilmente la pressione fiscale - ha aggiunto - la strada è abbattere il debito pubblico, tagliare la spesa improduttiva, su cui si è fatto ancora pochissimo per non dire nulla, spingere la crescita dell'economia. E poi, come ripetiamo da anni, far pagare le tasse a tutti”. La critica poi è estesa a tutto il mondo politico. “In entrambi gli schieramenti – ha sottolineato - sembra mancare la forza per dar vita ad un grande progetto Paese che sappia coinvolgere gli italiani e i cui risultati non si vedranno i tempi brevi. La politica è forte solo quando sono forti le sue idee, le soluzioni che propone, gli scenari che offre al Paese e sui quali mobilita le passioni. L'attuale debolezza della politica e la litigiosità dei partiti comportano seri rischi”. “La riforma delle istituzioni, della macchina amministrativa e della politica viene prima di tutto, perché la politica è la prima azienda italiana con quasi 180 mila addetti. Il costo della rappresentanza politica nel suo complesso in Italia è pari a quello di Francia, Regno Unito, Germania e Spagna messi assieme...non si tratta di fare una riforma difficile, ma solo di applicare le leggi esistenti, dalla legge Dini alla riforma Maroni. È arrivato il momento di cambiare alcune regole del gioco nell'interesse delle imprese e dei lavoratori per restituire alle relazioni industriali un ruolo vero nel governo dell'economia”. Il pensiero semplice del Pupillo dell'Avvocato si può riasumere così: pochi imprenditori trainano il sistema, la politica è parassitaria. Montezemolo novello Masaniello ? La rivolta parte dal mondo dell'impresa, da quella parte dell'Italia produttiva, esasperata, dalla pressione fiscale e dai costi palesi ed occulti della politica. “La ripresa non è ancora consolidata - dice in un altro passaggio il ConfPresidente- è fragile, e si spegnerà rapidamente se saremo lasciati soli. Non possiamo più permetterci di non decidere, di perdere tempo. Non vorrei che qualcuno pensasse che questa ripresa sia sufficiente. Non lo è. Oggi vogliamo andare oltre, proiettarci nel futuro e ragionare di come potrebbe essere l'Italia nel 2015”. Chissà quale partito immagina Montezemolo. Se sarà fedele all'esempio dell'Avvocato Agnelli, sarà il partito della FIAT. Cattolico, Moderato, di Governo. Perchè la FIAT non può permettersi di stare all'opposizione. Come sussurava l'Avvocato. Un partito alla guida di un paese ricco, moderno, cattolico, con tante strade. Dove correranno le auto del gruppo. |